14/07/10

Se due giovani radicali si confrontano sul ddl intercettazioni


Roma, 13 lug (Il Velino) - Dal ddl Alfano al diritto alla libertà di stampa, passando per il “caso” Verdini e la lezione dei padri costituenti americani. È un dibattito aperto e franco, “liberale” nel senso più pieno del termine, quello che sul web si sta sviluppando tra due amiche, giovani esponenti radicali entrambe. Da una parte Giulia Innocenzi, classe 1984, membro di giunta di Radicali Italiani, presidente degli Studenti Luca Coscioni e volto noto di “Annozero” dove conduce Generazione Zero, lo spazio dedicato ai giovani. Dall’altra la ventitreenne Annalisa Chirico, (originaria di Francavilla Fontana), segretaria degli Studenti Luca Coscioni e membro del Comitato nazionale dei radicali italiani. A dividere le due esponenti radicali sono le divergenti opinioni sul ddl Alfano: Innocenzi si dichiara contraria al disegno di legge del Guardasigilli, al quale, invece, è in parte favorevole Chirico che infatti non ha condiviso la scelta dei radicali di aderire alla manifestazione di piazza Navona. A un articolo/appello pubblicato sul proprio sito da Innocenzi, ha risposto punto su punto Chirico. Che così spiega la sua posizione in merito alla vicenda intercettazioni: “Non sono a favore del ddl nel complesso, ma ritengo giuste le norme che vogliono inasprire e rendere effettive le pene previste per chi pubblica le intercettazioni in violazione della legge”. E aggiunge: “Penso che si debba far rispettare il Codice di procedura penale, laddove prevede che esse non debbano essere pubblicate fino al termine delle indagini preliminari ovvero dell’udienza preliminare”.

E se Innocenzi riporta a difesa della sua tesi ampi stralci delle dichiarazioni di Italo Bocchino sulla inchiesta dell’eolico in Sardegna in cui è coinvolto Denis Verdini, Chirico controbatte: “Sarebbe interessante sapere per quali vie (illegali) sono giunte queste intercettazioni nelle disponibilità di Bocchino. Quale magistrato amico di Generazione Italia…o quale giornalista ‘generoso’ verso il parlamentare finiano”. Chiosate dalla frecciata “ma mi sembra che questo ti importi poco” rivolta all’amica radicale. Per la “santoriana” Innocenzi il pericolo che incombe, nel caso il ddl Alfano diventasse legge, è che le intercettazioni non potrebbero più essere pubblicate. Uno scenario, spiega, che permetterebbe a Verdini di seguitare a “farsi gli affaretti suoi e di quella che si delinea come la nuova P2” e a “Cosentino condannato per camorra a farsi un sacco di soldi” con “un’opinione pubblica all’oscuro di tutto”. Pronta la replica di Chirico che così corregge l’amica: “Se il ddl diverrà legge, non è vero che in Italia non potremo conoscere il contenuto di quelle intercettazioni. Conosceremo il contenuto per riassunto”. E su Verdini, Chirico ricorda che “fino alla prova della sua colpevolezza da parte di un giudice, continuerebbe a vivere da presunto innocente”. Insomma, si tratta di semplice garantismo, “principio di civiltà, che nasce dalla consapevolezza che la giustizia umana è fallibile. Che con la vita delle persone non si gioca e che non esiste un diritto allo sputtanamento altrui”.

Per Innocenzi, ogni liberale dovrebbe avere a cuore il “diritto fondamentale” della libertà di stampa, così come insegnato da Einaudi che diceva “conoscere per deliberare” e ancor prima dal padre costituente americano Jefferson che ricordava “di lasciare aperte all’essere umano tutte le vie che portano alla verità”. A meno che, osserva ironicamente Innocenzi, gli “amici liberali” non preferiscano stare dalla parte di Berlusconi quando dichiara che “la libertà di stampa non è un diritto assoluto”. Nel confutare le affermazioni dell’amica Giulia, Chirico ricorda che “Einaudi era anche quello che diceva ‘Non vi è giustizia dove non vi è libertà’ e Jefferson non intendeva “avallare una sorta di Grande Fratello orwelliano per arrivare alla ‘verità’. Sempre che una e una sola verità esista”. E che “la libertà di stampa non è un diritto assoluto ma relativo, lo hanno insegnato anche a noi all’università”, ricorda Chirico a Innocenzi rammentandole che come Ernesto Rossi dichiarava “se un fascista dice che piove e fuori piove, ha ragione”, alla stessa maniera “non possiamo cambiare il significato delle parole solo perché le ha dette Berlusconi”.

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