10/07/11

DOVE SAREBBERO GLI INGANNI E LE DIFFAMAZIONI (DI CUI SI SENTONO VITTIME SINDACO ED ASS. DE NUZZO ? )

A nostro parere sindaco ed assessore De Nuzzo farebbero bene a chiarire a chi si rivolgono con la frase riportata nel precedente post: "Pertanto tutte le affermazioni sugli articoli di stampa di questi giorni sono ingannevoli e diffamanti."

Copiamo-incolliamo due articoli apparsi sulla Gazzetta del Mezzogiorno nei giorni scorsi. Noi, molto sinceramente, non rileviamo nessun INGANNO E DIFFAMAZIONE nei confronti di Pomarico e De Nuzzo. Una domanda nasce spontanea: "In tal modo forse i due intendono tirarsi -fuori- e infangare altri componenti dell'attuale Giunta citati anch'essi da articoli di stampa?"

(da Gazzetta del Mezzogiorno del 5 luglio 2011)
SEICENTOMILA EURO DA PAGARE. UN VECCHIO ESPROPRIO METTE IN GINOCCHIO LE CASSE DEL COMUNE. NON E' ESCLUSO CHE INTERVENGA LA CORTE DEI CONTI PER ACCERTARE EVENTUALI RESPONSABILITA' CHE NON POSSONO RICADERE SULLA COMUNITA'
• ORIA. Come una mazzata tra capo e collo, dove fa più male. Così è stata accolta dalla nuova amministrazione, guidata dal sindaco Cosimo Pomarico, la sentenza con cui il Tar decide che sì - come sostenuto dal ricorrente - un esproprio per pubblica utilità di 12 anni fa è da considerarsi illegittimo. Il Comune deve risarcire circa 600mila euro ai proprietari dei terreni tra via Tintoretto, Beato Angelico e Leonardo da Vinci, dove sono tuttora visibili le opere di cosiddetta urbanizzazione illo tempore correva l'anno 1998 -avviate dall'amministrazione di centrosinistra del sindaco Sergio Ardito. Ci sono perfino l'illuminazione pubblica, che da su una stradina non ancora asfaltata e i marciapiedi, costruiti prim'ancora dei fabbricati contro ogni logica: certamente sarebbero stati d'intralcio qualora, per davvero, fossero entrate in azione pale e ruspe per realizzare le aperture stradali. Questa spesa improvvisa gli oltre 5OOmila euro, da corrispondere subito - combinata ai tagli agli enti locali disposti dal governo centrale, potrebbe ripercuotersi più che negativamente sull'attività amministrativa, che rischia di bloccarsi prima di partire: non c'è un euro. I cittadini cominciano a esserne consapevoli e, intanto, organizzano una petizione per chiedere, così come previsto dallo Statuto comunale, l'istituzione di una commissione d'inchiesta per comprendere come sia stato possibile, a cavallo tra tre amministrazioni -quelle succedutesi dal 1998 a oggi, appunto arrivare a tanto. Il malcontento è aumentato dal fatto che nell'attuale giunta ci sono ex assessori dell'epoca Ardito (Pino Malva e Cosimo Assanti) e Moretto (lo stesso Pomarico e Luciano De Nuzzo). Quindi, la gente pensa che qualcuno di loro possa essere a conoscenza di come siano andate le cose. Certo è che nell'estrema periferia oritana oggi sorge una delle tante, troppe cattedrali nel deserto, che hanno gravato e continueranno a gravare sulle tasche dei cittadini-contribuenti per diversi altri anni, senza per di più essere fruibili o perlomeno di una qualche pubblica utilità. È così che sorgono seri dubbi, peraltro palesati nella sentenza del Tar Puglia - sezione di Lecce, circa l'urgenza con cui furono disposti gli espropri dei terreni di proprietà della famiglia Giaccari, cui all'epoca l'ente corrispose appena due milioni di lire. Per qualcuno, il fatto che la scure della giustizia amministrativa si sia abbattuta sul capo dell'amministrazione Pomarico, rappresenterebbe una sorta di nemesi, una vendetta divina contro procedure amministrative, con il senno di poi, poco ortodosse. L'espansione urbanistica, a suo tempo sperata, nella dirczione Torre, infatti, non c'è poi mai stata. Nel frattempo, però, per errori le cui responsabilità restano tutte da accertare - chissà che non sia la commissione d'inchiesta che i cittadini chiedono, a farlo (o la Corte dei Conti) il sindaco Pomarico annuncia pesanti tagli per fronteggiare questa spesa inattesa, oltreché quelle della gestione ordinaria. C'è poi da mettere in conto il ricorso che palazzo di città presenterà al Consiglio di Stato contro la decisione di primo grado: ulteriori spese legali a carico della comunità, che proprio non ci sta e chiede a gran voce di sapere, quanto prima, con chi prendersela per davvero. Tutto potrebbe dipendere dall'istituzione della commissione d'inchiesta mista amministratori e cittadini che, se la petizione andasse in porto, dovrebbe essere necessariamente istituita.

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(da Gazzetta del Mezzogiorno dell'8 luglio 2011)
ECCO PERCHE' IL COMUNE DEVE PAGARE 600MILA EURO. LO HA STABILITO IL GIUDICE (SENZA CHE CI SIA STATO ALCUN RICORSO) DOPO UN ESPROPRIO AD OPERA DELLA GIUNTA ARDITO RITENUTO "ILLEGITTIMO". CHI PAGA? I CONTRIBUENTI O I POLITICI RESPONSABILI? PETIZIONE PER UNA COMMISSIONE E CORTE DEI CONTI IN AZIONE.

• ORIA - Il Comune è chiamato a risarcire immediatamente 6OOmila euro circa, più spese legali, per quell'esproprio, giudicato illegittimo, datato 1998 di cui La Gazzetta si era occupata qualche giorno fa. Oggi emergono nuovi particolari del procedimento, culminato nella sentenza ormai passata in giudicato, quindi non più appellabile, che rischia di mettere definitivamente in ginocchio le finanze dell'ente, già destinatarie dei tagli alla spesa pubblica imposte dal governo nazionale per fronteggiare il periodo di recessione.
Il provvedimento di esproprio con occupazione d'urgenza, per motivi di pubblica utilità, deciso dall'allora amministrazione del sindaco Sergio Ardito, fu impugnato dall'intestataria dei terreni tra via Tintoretto, Beato Angelico e Leonardo da Vinci, Maria Giuseppa Proto, che è stata assistita dal noto amministrativista Giovanni Pellegrino.
Il contenzioso, iscritto a ruolo durante l'amministrazione di Cosimino Moretto e protrattosi per ben 12 anni, si è celebrato presso il Tribunale civile di Francavilla Fontana e non, come riportato in un primo momento dinanzi al Tar Puglia sezione di Lecce.
Il Comune non si è costituito in giudizio, così l'avvocato Pellegrino, dopo la pronuncia del Tribunale, favorevole all'assistita, ha optato per il termine lungo (un anno e 46 giorni), trascorso il quale la sentenza è definitivamente inoppugnabile.
L'ente, nell'arco di quell'anno e 46 giorni, avrebbe potuto opporsi al provvedimento impugnandolo, quantomeno evitando che la capitolazione divenisse definitiva. Questo non è avvenuto, così palazzo di città oggi è chiamato a indebitarsi, con l'inevitabile sostegno dei cittadini-contribuenti, per estinguere un debito che, di questi tempi, è una mazzata tra capo e collo, dove fa più mate, e che rischia di bloccare sul nascere ogni buon proposito della neonata amministrazione Pomarico.
1 cittadini lo percepiscono, anche perchè in quella che era stata indicata come una potenziale zona di espansione urbanistica del Pug adottato ai tempi di Ardito, oggi sorgono soltanto cattedrali nel deserto. Con tanto di opere di cosiddetta urbanizzazione luce, acqua, fogna, illumuiazione e finanche marciapiedi fini a se stesse. I pali dell'elettricità, tanto per fare un esempio eclatante, illuminano tratturi che non portano da nessuna parte e intorno ai quali non sorge neppure un'abitazione. Lo stesso dicasi di impianto idrico e fognante, per non parlare dei marciapiedi.
Cui prodest? a chi giova? -, si sarebbero chiesti gli antichi romani, che con le opere pubbliche, purché utili, avevano una certa dimestichezza.
È di fronte per questo che un comitato spontaneo di oritani si è sobbarcato l'onere di una petizione pubblica per chiedere, cosi come previsto dallo Statuto comunale, l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta per risalire all'origine dello spreco ed eventualmente individuarne i responsabili.
Oggi come oggi, in attesa che sia fatta piena luce su quanto accaduto due e più lustri addietro, è possibile dire che tutto cominciò con l'ultima amministrazione Ardito di centrosinistra, quando fu deciso che procedere con gli espropri in quella zona fosse cosa buona e giusta nei tempi e nei modi. E che, successivamente correva il quinquennio dell'amministrazione Moretto, centrodestra -, con la causa già iscritta a ruolo presso il Tribunale, il Comune decise o dimenticò di costituirsi in giudizio.
La nuova giunta Pomarico è un mix tra quella di Ardito (Pino Malva e Mimmo Assanti) e quella di Moretto (lo stesso Pomarico, all'epoca vicesindaco, Luciano De Nuzzo e Mimino Di Giovanni). Quando sarebbe stato ancora possibile impugnare la sentenza civile di primo grado c'era, invece, la giunta di Mimino Ferretti, di nuovo centrodestra. Insom-ma, una bella matassa, di cui per un'eventuale commissione comunale d'inchiesta - e forse anche per la Corte dei Conti - sarà tutt'altro che facile ritrovare il bandolo.

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