12/06/11

CASTELLO, LAVORI BLOCCATI MA A "SCOPPIO RITARDATO"


ORIA - Riportiamo da La Gazzetta del Mezzogiorno, ed. Brindisi, del 12 giugno 2011:

[ORIA. Il castello è nuovamente nell’occhio del ciclone, non c’è pace per i Romanin Caliandro che, dopo i dinieghi delle autorizzazioni commerciali, è oggi interessata da un’ordinanza dell’ufficio tecnico per l’immediata sospensione dei lavori di restauro e da indagini della procura, coordinate dal pubblico ministero Raffaele Casto cui l’informativa è stata trasmessa dai carabinieri di Oria appena ieri, per presunti abusi edilizi. L’attenzione dei tecnici comunali e degli inquirenti è tutta per alcuni manufatti edili realizzati in maniera difforme rispetto a quelli previsti e approvati nei permessi di costruire rilasciati dal Comune nel 2008 e 2009. I particolari si apprendono, appunto, dall’atto emesso dall’Utc appena qualche giorno fa, ma misteriosamente non ancora pubblicato nell’albo pretorio. La firma in calce, però, è quella del dirigente ingegner Antonio Lacorte, che richiama il sopralluogo effettuato della polizia municipale il 18 maggio scorso. Il quadro delle modifiche oggetto di contestazione è piuttosto ampio e interessa: il piazzale interno, dal quale sarebbe emersa una differente configurazione dei percorsi pedonali, delle aiuole e delle relative superfici rispetto a quanto autorizzato con permesso numero 104 del 2008 con “sensibile diminuzione delle aiuole centrali e realizzazione di muretti perimetrali alla scala che conduce al piano interrato” e “una diversa configurazione della aiuole perimetrali adiacenti al muro di cinta”; il nucleo abitativo interno, piano terra e primo piano, che sarebbe difforme da quello autorizzato con i permessi 104 del 2008 e 45 del 2009, con “diversa distribuzione dei servizi igienici”, un “varco ricavato nella zona “ingresso principale di accoglienza”, eliminazione di una colonna nella zona pranzo, diversa “collocazione del servizio igienico nel vano fronteggiante la torre dello Sperone e apertura di vano porta interno”, una scala interna nel vano adiacente alla cucina, realizzazione di struttura in legno “a circa metà altezza del vano adiacente alla sala congressi collocato a nord (presumibilmente per supporto ad un soppalco)”; il prospetto, difforme dai permessi 104 del 2008 e 45 del 2009, con “l’apertura di una finestra sul prospetto est interno – diversa configurazione delle tre grandi nicchie sul prospetto nord interno” e “apertura di una finestra sul prospetto ovest esterno”; il parco, dove ci sarebbero state un’alterazione della conformazione altimetrica dei terrazzamenti, la demolizione dei muretti a secco preesistenti, la realizzazione di nuovi muri di contenimento in calcestruzzo armato rivestiti in pietra o tufo, la demolizione di un muro e l’allargamento dell’apertura carrabile salendo da via Giacinto d’Oria, l’asportazione di terreno per la realizzazione di nuovi terrazzamenti, la diversa conformazione piano – altimetrica della scalinata che dal parco permette di raggiungere il complesso monumentale, la chiusura di una vasca preesistente ai piedi della scarpata del castello con soletta di cemento armato, l’alterazione del verde con abbattimento di alberi da fusto, la posa in opera di cavidotti e pozzetti in calcestruzzo posizionati in vari punti; il cortile tra il castello e il convento di San Benedetto, dove sarebbero stati effettuati scavi abusivi tra i 30 e i 60 centimetri con demolizione della scalinata in muratura e posa in opera di tubazione corrugata in plastica. L’area del maniero, inoltre, è sottoposta a diversi vincoli - paesaggistico, diretto, archeologico, boschi e macchie – e per l’Utc si ravvisano gli estremi di violazione delle norme urbanistico - edilizie e di tutela dei beni cultura. Da qui l’ordinanza di sospensione immediata dei lavori – perlopiù terminati con tanto d’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità – nei confronti di Isabella Caliandro, legale rappresentante della “Borgo Ducale srl” società proprietaria del castello, l’atto dovuto di trasmissione dell’informativa ai carabinieri guidati dal luogotenente Roberto Borrello che, nella giornata di ieri, hanno trasmesso l’incartamento alla procura della Repubblica di Brindisi. La famiglia Romanin Caliandro attende di conoscere gli atti prima di prendere posizione.

Eliseo Zanzarelli]

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