20/09/10

CARONE, PD: “IN CINQUE ANNI NESSUNA POLITICA ENERGETICA”


di Eliseo Zanzarelli e Franco Arpa

ORIA – Tommaso Carone, nel corso dell'ultimo consiglio comunale, ha votato a favore della convenzione per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in località “Palombara”, ma, precisa, non senza aver avanzato dubbi, perplessità e distinguo. Le critiche, il consigliere comunale nonché segretario cittadino Pd, le ha rivolte soprattutto alla politica dell'amministrazione riguardo le energie alternative, a suo dire inesistente.
“Il sindaco e l'assessore competente – dice – sono stati assolutamente inerti durante tutto il procedimento amministrativo per l'approvazione del progetto in questione, tenendo condotte con tutta probabilità foriere di un danno alla collettività cittadina, che non ha potuto beneficiare di un ristoro ambientale decisamente più importante e probabilmente superiore a quello semplicemente offerto dalla società realizzatrice”.
“Il problema serio – aggiunge Carone – è che l'amministrazione comunale in questi cinque anni non ha mai avuto una politica seria e consapevole sulle energie alternative e sui relativi impianti di produzione. Infatti, ha assistito passivamente e senza idee e consapevolezza alcuna a tutto il dibattito che si è avuto sia a livello regionale che provinciale. Nel corso dell'ultimo consiglio comunale ho denunciato la mancata adozione di un regolamento comunale che avrebbe consentito sì, ma a precise condizioni, e senza altrettanta libertà, l'installazione di impianti come quello in discussione, consentendo però all'ente di incassare royalties in termini finanziari o di ricevere vantaggi per l'intera collettività di gran lunga superiori a quelli offerti in questo caso. L'amministrazione, a mio avviso, ha semplicemente dormito, un po' per incapacità, un po' per opporre una sorta di resistenza passiva (data la controparte), per tutti e due gli anni di durata del procedimento di autorizzazione in Regione (al quale, si badi, il Comune partecipa di diritto). Sonnolenza c'è stata anche in occasione della conferenza dei servizi conclusasi nell'aprile di quest'anno: con una sensibilità diversa, con una capacità d'iniziativa diversa e di comprensione della problematica all'altezza della situazione, si sarebbe potuto avviare un tavolo di confronto serio con l'azienda, che avrebbe dato in cambio qualcosa di molto più importante di quanto poi spontaneamente ha offerto”.
Entrando più nel dettaglio, Carone spiega: “All'offerta dell'impianto di 20 Kw, l'amministarzione non è stata in grado di contrapporre uno straccio di controproposta, dimostrando così la più totale inettitudine alla tutela degli interessi della comunità. Dopo il mio intervento nelle assise, il consigliere Greco mi faceva notare che una bozza di regolamento era stata depositata (senza dire quando e dove) per l'esame da parte degli uffici competenti e l'apposizione del parere dei o del dirigente ma, aggiungeva, che tutto era fermo perché gli uffici non funzionerebbero. A questo punto, ho ripreso la parola affermando che due sono le ipotesi: o l'amministrazione usa l'inefficienza degli uffici e degli impiegati per precostituirsi l'alibi della sua incapacità ad affrontare e risolvere problematiche di così grande importanza, anche per gli interessi economici dell'ente; oppure l'amministrazione è ostaggio degli uffici e rimane incatenata agli umori o ai calcoli di questo o di quel dirigente. Nell'un caso o nell'altro, un'amministrazione che per cinque anni ha continuato ad operare in tali condizioni non è un'amministrazione degna di amministrarci”.
Quanto poi alla questione del cosiddetto asservimento, a dire del consigliere, i termini sono i seguenti: “Il dirigente Utc Incalza, in sede di parere tecnico all'impianto, esprimeva parere favorevole a condizione che l'area da asservirsi fosse doppia rispetto a quella lorda occupata dall'impianto stesso (si noti che a tale preciso proposito la norma che disciplina il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione unica non prevede alcun criterio o limite; il criterio del doppio dell'area da occupare è invece previsto dalla norma in materia di DIA per gli impianti fino a 1 mw); l'azienda, ritenendo eccessiva l'area da asservire, ne proponeva la riduzione a un'area di pari estensione in cambio dell'impianto. Insomma, il consiglio ha dovuto prendere atto di una situazione irreversibile e che non consentiva più alcun margine di trattativa per l'ente ed accettare la possibilità di realizzare un impianto che comunque produce un vantaggio per l'ente assicurando un risparmio energetico”.
Infine, il segretario Pd, trae le conclusioni politiche: “Siamo nelle mani di gente che non guarda oltre la punta del proprio naso e che si sta preparando alla propria campagna elettorale con ogni mezzo e approfittando del vantaggio costituito dall'esercizio spicciolo e clientelare del potere, abbandonando, così come fino ad oggi l'ha guidata, la collettività cittadina a se stessa, senza rotta e senza meta”.

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