In vista dell'appuntamento elettorale del prossimo 2011 il partito democratico di Oria ha promosso l’apertura di un tavolo politico invitandovi a partecipare le forze politiche protagoniste del cosiddetto Laboratorio Brindisi, nella ferma convinzione che solo un’alleanza politica e programmatica ampia e coesa avesse la chance di presentarsi vincente all’ormai imminente tornata amministrativa.
Sin da subito il PD ha manifestato la ferma convinzione:
di bandire nei rapporti politici strategie e tattiche astruse perché il confronto politico fosse chiaro e onesto;
di allargare la partecipazione al tavolo anche a tutte le altre forze politiche, movimenti e gruppi d’opinione, più o meno organizzati, presenti in Città;
di costruire, quindi, una coalizione che non avesse solo i tratti dell’alleanza elettorale, ma che fosse costruita e percepita dai cittadini come un’alleanza di governo per obiettivi chiari e precisi, fatta di uomini e di donne di buona volontà senza interessi e ambizioni personali, capace di darsi nuovi metodi nelle scelte di governo, premiando l’efficienza, la trasparenza e il rispetto della legalità;
di avviare il confronto per l’elaborazione di un programma serio e credibile, fatto di proposte concrete e realizzabili, che non si connotasse solo elettoralmente;
di ricercare un candidato sindaco rappresentativo dell’intera coalizione, la cui individuazione venisse dal confronto leale e aperto, in modo che il candidato fosse scelto in maniera unitaria e condivisa, senza riserve, non senza scartare l’eventuale ricorso alle primarie di coalizione quale formidabile strumento di partecipazione ma strumento utile se condiviso da tutti, senza agitarne la bandiera ancor prima di aver capito e deciso con chi stare e per fare cosa.
Sulla scorta di questo approccio il PD ha cercato di dare il proprio contributo, convinti come siamo della pari dignità di tutti, senza pregiudiziali verso nessuno e senza mettere avanti agli interessi della coalizione le pur legittime ambizioni del partito o di suoi esponenti, privilegiando il luogo e il momento delle scelte comuni di prospettiva piuttosto che aprire pericolosi varchi per l’ingresso di ambizioni personali senza una preventiva condivisione e perciò senza futuro.
Pur nel riconosciuto iniziale sforzo di tutti, dobbiamo invece constatare il sostanziale stallo della situazione politica:
L'UDC, che in ogni caso auspichiamo torni sui suoi passi, ha abbandonato, senza peraltro comunicarne le sottese motivazioni politiche, il tavolo politico programmatico cui pure aveva partecipato e dichiarato di voler condividere;
d'altro canto assistiamo purtroppo all'impasse dovuta alle intenzioni di qualcuno di voler trasferire o aver trasferito la discussione sulla scelta della candidatura migliore su altri tavoli e con altri interlocutori, magari sovraordinati al livello cittadino, dimostrando così una non proprio esaltante attitudine al confronto ma sopratutto la predilezione per metodi di scelta etero diretti che inevitabilmente portano con sé scarsa chiarezza nel percorso e ambiguità delle decisioni.
Il PD non vuole che quest'impasse diventi deriva e incapacità di decidere, così come sollecita tutti ad abbandonare posizioni pregiudiziali e a far si che le scelte di ciascuno siano invece scelte dell'alleanza, assunte sulla base delle proposte e della discussione, evitando prese di posizioni del prendere o lasciare, rischiando così di strozzare nella culla, magari involontariamente, questo progetto che tutti abbiamo il dovere di far diventare grande.
La Città ha bisogno di parlare e discutere dei problemi veri, dei problemi di tutti e noi dobbiamo esserci, non possiamo rischiare che la Città ci guardi come corpo estraneo.
E poiché la Città parla già di tutto ciò, noi abbiamo il dovere di sintonizzarci, così come abbiamo anche la grande ambizione di sintonizzare la Città rispetto alle nostre proposte.
Il PD ha il dovere politico e morale di promuovere e di proporre una nuova via per il governo della Città, senza lasciare spazio alla proliferazione di clientele, interessi familistici o smaccatamente particolari.
Dobbiamo quindi impegnarci sui grandi temi che riguardano il presente e il futuro della Città, dobbiamo avere il coraggio di proporre un modello di offerta e di comunicazione politica che sia diverso e che consenta di farci riconoscere e di farci percepire come una vera alternativa, dobbiamo sfatare il dogma del “sono tutti uguali” e dobbiamo meritarci l’aspirazione di non essere uguali agli altri.
Dobbiamo essere vicini agli umori e ai bisogni della gente, dialogare e interagire con i giovani, conoscere e riconoscere tutte le periferie, quelle umane e quelle urbane, svelare l’emarginazione e rivendicare l’emancipazione dei più deboli.
Tutto ciò il PD deve farlo e deve farlo comunque, che il tavolo sia aperto o chiuso, che il tavolo sia gradito o sabotato, e deve farlo con chiunque condivida questa prospettiva di rinnovamento e di cambiamento, liberando e affrancando la Città dalla cappa di omertà, silenzi, rassegnazione e indifferenza e dalle miserie umane, sociali e culturali in cui questo centro destra l’ha condotta.
Deve essere altrettanto chiaro che non può assolutamente più perdersi altro tempo, perché troppo se n’è perso e perché non molto ne è rimasto davanti, e il confronto con la Città sui temi deve partire da subito e deve partire con un confronto aperto a tutte le forze politiche, ai gruppi d’opinione e alle associazioni in modo che esso sia plurale e responsabile, ma franco e intellettualmente onesto, senza dogmi e senza pregiudiziali, guardando a una composizione delle posizioni che non riguardi rivendicazioni o risentimenti personali.
E il PD crediamo abbia tutte le capacità e le possibilità per far valere questa prospettiva politica potendo contare su un patrimonio di uomini, di idee e di valori che possano essere offerti e riconosciuti dalla Città come importanti e fondamentali per il suo cambiamento e per il suo sviluppo.
Il PD è fermamente convinto che questa prospettiva e l’idea di un nuovo governo della Città è possibile, e possa venire dalle culture del centro moderato come della sinistra democratica, socialista e ambientalista, anche massimalista, dalla tradizione cattolica e dalla cultura riformista, dall’apporto e dall’apertura ai giovani della nostra Città.
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Sin da subito il PD ha manifestato la ferma convinzione:
di bandire nei rapporti politici strategie e tattiche astruse perché il confronto politico fosse chiaro e onesto;
di allargare la partecipazione al tavolo anche a tutte le altre forze politiche, movimenti e gruppi d’opinione, più o meno organizzati, presenti in Città;
di costruire, quindi, una coalizione che non avesse solo i tratti dell’alleanza elettorale, ma che fosse costruita e percepita dai cittadini come un’alleanza di governo per obiettivi chiari e precisi, fatta di uomini e di donne di buona volontà senza interessi e ambizioni personali, capace di darsi nuovi metodi nelle scelte di governo, premiando l’efficienza, la trasparenza e il rispetto della legalità;
di avviare il confronto per l’elaborazione di un programma serio e credibile, fatto di proposte concrete e realizzabili, che non si connotasse solo elettoralmente;
di ricercare un candidato sindaco rappresentativo dell’intera coalizione, la cui individuazione venisse dal confronto leale e aperto, in modo che il candidato fosse scelto in maniera unitaria e condivisa, senza riserve, non senza scartare l’eventuale ricorso alle primarie di coalizione quale formidabile strumento di partecipazione ma strumento utile se condiviso da tutti, senza agitarne la bandiera ancor prima di aver capito e deciso con chi stare e per fare cosa.
Sulla scorta di questo approccio il PD ha cercato di dare il proprio contributo, convinti come siamo della pari dignità di tutti, senza pregiudiziali verso nessuno e senza mettere avanti agli interessi della coalizione le pur legittime ambizioni del partito o di suoi esponenti, privilegiando il luogo e il momento delle scelte comuni di prospettiva piuttosto che aprire pericolosi varchi per l’ingresso di ambizioni personali senza una preventiva condivisione e perciò senza futuro.
Pur nel riconosciuto iniziale sforzo di tutti, dobbiamo invece constatare il sostanziale stallo della situazione politica:
L'UDC, che in ogni caso auspichiamo torni sui suoi passi, ha abbandonato, senza peraltro comunicarne le sottese motivazioni politiche, il tavolo politico programmatico cui pure aveva partecipato e dichiarato di voler condividere;
d'altro canto assistiamo purtroppo all'impasse dovuta alle intenzioni di qualcuno di voler trasferire o aver trasferito la discussione sulla scelta della candidatura migliore su altri tavoli e con altri interlocutori, magari sovraordinati al livello cittadino, dimostrando così una non proprio esaltante attitudine al confronto ma sopratutto la predilezione per metodi di scelta etero diretti che inevitabilmente portano con sé scarsa chiarezza nel percorso e ambiguità delle decisioni.
Il PD non vuole che quest'impasse diventi deriva e incapacità di decidere, così come sollecita tutti ad abbandonare posizioni pregiudiziali e a far si che le scelte di ciascuno siano invece scelte dell'alleanza, assunte sulla base delle proposte e della discussione, evitando prese di posizioni del prendere o lasciare, rischiando così di strozzare nella culla, magari involontariamente, questo progetto che tutti abbiamo il dovere di far diventare grande.
La Città ha bisogno di parlare e discutere dei problemi veri, dei problemi di tutti e noi dobbiamo esserci, non possiamo rischiare che la Città ci guardi come corpo estraneo.
E poiché la Città parla già di tutto ciò, noi abbiamo il dovere di sintonizzarci, così come abbiamo anche la grande ambizione di sintonizzare la Città rispetto alle nostre proposte.
Il PD ha il dovere politico e morale di promuovere e di proporre una nuova via per il governo della Città, senza lasciare spazio alla proliferazione di clientele, interessi familistici o smaccatamente particolari.
Dobbiamo quindi impegnarci sui grandi temi che riguardano il presente e il futuro della Città, dobbiamo avere il coraggio di proporre un modello di offerta e di comunicazione politica che sia diverso e che consenta di farci riconoscere e di farci percepire come una vera alternativa, dobbiamo sfatare il dogma del “sono tutti uguali” e dobbiamo meritarci l’aspirazione di non essere uguali agli altri.
Dobbiamo essere vicini agli umori e ai bisogni della gente, dialogare e interagire con i giovani, conoscere e riconoscere tutte le periferie, quelle umane e quelle urbane, svelare l’emarginazione e rivendicare l’emancipazione dei più deboli.
Tutto ciò il PD deve farlo e deve farlo comunque, che il tavolo sia aperto o chiuso, che il tavolo sia gradito o sabotato, e deve farlo con chiunque condivida questa prospettiva di rinnovamento e di cambiamento, liberando e affrancando la Città dalla cappa di omertà, silenzi, rassegnazione e indifferenza e dalle miserie umane, sociali e culturali in cui questo centro destra l’ha condotta.
Deve essere altrettanto chiaro che non può assolutamente più perdersi altro tempo, perché troppo se n’è perso e perché non molto ne è rimasto davanti, e il confronto con la Città sui temi deve partire da subito e deve partire con un confronto aperto a tutte le forze politiche, ai gruppi d’opinione e alle associazioni in modo che esso sia plurale e responsabile, ma franco e intellettualmente onesto, senza dogmi e senza pregiudiziali, guardando a una composizione delle posizioni che non riguardi rivendicazioni o risentimenti personali.
E il PD crediamo abbia tutte le capacità e le possibilità per far valere questa prospettiva politica potendo contare su un patrimonio di uomini, di idee e di valori che possano essere offerti e riconosciuti dalla Città come importanti e fondamentali per il suo cambiamento e per il suo sviluppo.
Il PD è fermamente convinto che questa prospettiva e l’idea di un nuovo governo della Città è possibile, e possa venire dalle culture del centro moderato come della sinistra democratica, socialista e ambientalista, anche massimalista, dalla tradizione cattolica e dalla cultura riformista, dall’apporto e dall’apertura ai giovani della nostra Città.
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