ORIA. Quando gli sforzi ripagano, vien da pensare. Gli sforzi in questo caso sono quelli della famiglia Romanin Caliandro, che in un battibaleno in un paio d’anni è riuscita a mettere a nuovo il castello simbolo di Oria. Gli sforzi di un privato, peraltro ampiamente osteggiato in passato e nel presente da politica e burocrati, potrebbero ora giovare a un’intera città, potenziale palcoscenico di una fiaba. La sola possibilità che Piersilvio Berlusconi e la compagna Silvia Toffannin possano pensare di “sposarsi” (nel senso di festeggiare) al castello di Oria dev’essere considerata già di per sé un onore, al di là della fede politica, al di là delle simpatie personali per Brlusconi senior e dinastia. Ma, soprattutto, se Berlusconi junior davvero optasse per il castello, un’opportunità da cogliere al volo, nel migliore dei modi. È persino banale lanciarsi in fantasticanti elucubrazioni circa il ritorno d’immagine di cui Oria tutta godrebbe. Il giorno delle nozze “reali”, certo, ma non solo. Oria accoglierebbe personalità del mondo dello spettacolo, dell’editoria, della politica, del calcio, e chi più ne ha più ne metta. Finirebbe su tutti i giornali patinati, sui quotidiani, sui siti internet, non solo nazionali ma mondiali. A questo punto, sempre per rimanere nell’ambito delle ovvietà, appare lecito domandarsi: saremmo pronti? Ospitare al meglio quella gente là sarà compito non solo dei Romanin Caliandro, ma di un’intera comunità. Qui troppo spesso si è parlato, e si continuerà a farlo presto in campagna elettorale, di turismo, rilancio economico, sviluppo e compagnia danzante. Bene, signori, il treno sta passando e sarebbe opportuno salirci al volo. Per questo i cittadini, gli amministratori e i burocrati dovranno essere pronti a non sprecare – sempre qualora alla fine dovesse concretizzarsi – questa occasione unica, forse irripetibile, per fare una volta tanto una bella figura. In altri termini, per passare dalle parole ai fatti. V’immaginate, per esempio, se tutto saltasse perché i Romanin Caliandro non disponessero della licenza amministrativa di tipo C, negata loro per motivi di ordine pubblico? V’immaginate se i promessi sposi decidessero di migrare verso altri lidi per carenze – innegabilmente esistenti – logistiche (parcheggi ad hoc, piano del traffico, ecc.)? Basta con il muro contro muro pubblico-privato, perché – diciamolo – se il castello fosse finito in proprietà al Comune molto probabilmente quest’opportunità non si sarebbe presentata affatto. E allora, saliamoci tutti su questo treno, simpatizzanti e non per il Cavaliere e il jetset, predisponendo per tempo tutti quegli accorgimenti che potrebbero nuovamente consegnare alla storia, e insieme all’attualità, la nostra bella cittadina. Che, chi può mai dirlo?, potrebbe finanche tornare a essere definita ridente.
(Eliseo Zanzarelli)
1 commenti:
Secondo il mio modesto parere, la città di Oria avrebbe bisogno di molto più di un banale, e ci aggiungerei anche imbarazzante, evento mondano.
Credo che il paese, per essere rilanciato, necessiti soprattutto di finanziamenti e promozione di eventi dal rilevante valore culturale che mettano in mostra le sue potenzialità dal punto di vista storico e artistico; solo in questo modo, e non grazie ad un matrimonio "reale", la nostra cittadina potrebbe sperare in un rilancio a livello non solamente locale o limitrofo.
In definitiva, secondo me, dovremmo partire da noi stessi, da quello che siamo, dalle nostre origini, senza sperare nell'elemosina del potente di turno.
Posta un commento