ANSA) - BRINDISI, 15 NOV - Il carabinieri del NAS di Taranto stanno eseguendo 24 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di medici, infermieri, tecnici di radiologia, impiegati amministrativi e addetti alle pulizie, tutti dipendenti o convenzionati con la ASL di Brindisi, con l'accusa di truffa aggravata e continuata in danno del Servizio Sanitario Nazionale. I destinatari delle misure cautelari facevano timbrare il proprio cartellino marcatempo a colleghi o persone estranee, assentandosi arbitrariamente da luogo di lavoro per svolgere proprie incombenze o attività sanitarie private, causando così pesanti ritardi nei tempi di attesa per effettuare esami diagnostici presso la ASL di Brindisi. Nella stessa operazione sono indagate altre 45 persone per reati analoghi. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che terrà il Procuratore di Brindisi alle 1o di questa mattina presso la procura.
Spesa al supermercato, accompagnamento dei figli a scuola, disbrigo di faccende domestiche o di incombenze private: tutto durante l'orario di lavoro. Sono le accuse mosse ai 24 dipendenti dell'Asl di Brindisi (medici, infermieri, fisioterapisti e impiegati amministrativi) da stamani agli arresti domiciliari per aver fatto timbrare, da persone compiacenti, anche estranee, il proprio badge marcatempo. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Brindisi Eva Toscani su richiesta del procuratore della Repubblica, Marco Di Napoli, e del sostituto Adele Ferraro, e sono state eseguite dai carabinieri del Nas di Taranto. Le faccende 'privatè nell'ambito dell'orario di lavoro, viene sottolineato dagli investigatori, avrebbe in alcuni casi causato «inaccettabili tempi di attesa per effettuare esami diagnostici». Le indagini si sono avvalse di intercettazioni video. È stato anche accertato le condotte illecite sono continuate nonostante la diffusione di notizie riguardanti l'assenteismo nelle stesse strutture sanitarie.
Si sono riflesse «sull' efficienza di quel presidio pubblico» le illecite condotte dei dipendenti dell'Asl di Brindisi che, nell'orario di lavoro, hanno svolto svariate incombenze di natura privata. Lo rilevano gli investigatori sottolineando che la struttura sanitaria, «nel disattendere le alte funzioni socio-assistenziali demandate, ha progressivamente eluso le richieste di esami diagnostici in tempi ragionevoli». Ciò ha determinato «la migrazione degli utenti verso strutture convenzionate con conseguenti incidenze finanziarie sul Servizio sanitario nazionale, ovvero il ricorso a professionisti privati con aggravi economici per i singoli pazienti»
[foto www.brindisitg24.it]
Spesa al supermercato, accompagnamento dei figli a scuola, disbrigo di faccende domestiche o di incombenze private: tutto durante l'orario di lavoro. Sono le accuse mosse ai 24 dipendenti dell'Asl di Brindisi (medici, infermieri, fisioterapisti e impiegati amministrativi) da stamani agli arresti domiciliari per aver fatto timbrare, da persone compiacenti, anche estranee, il proprio badge marcatempo. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Brindisi Eva Toscani su richiesta del procuratore della Repubblica, Marco Di Napoli, e del sostituto Adele Ferraro, e sono state eseguite dai carabinieri del Nas di Taranto. Le faccende 'privatè nell'ambito dell'orario di lavoro, viene sottolineato dagli investigatori, avrebbe in alcuni casi causato «inaccettabili tempi di attesa per effettuare esami diagnostici». Le indagini si sono avvalse di intercettazioni video. È stato anche accertato le condotte illecite sono continuate nonostante la diffusione di notizie riguardanti l'assenteismo nelle stesse strutture sanitarie.
Si sono riflesse «sull' efficienza di quel presidio pubblico» le illecite condotte dei dipendenti dell'Asl di Brindisi che, nell'orario di lavoro, hanno svolto svariate incombenze di natura privata. Lo rilevano gli investigatori sottolineando che la struttura sanitaria, «nel disattendere le alte funzioni socio-assistenziali demandate, ha progressivamente eluso le richieste di esami diagnostici in tempi ragionevoli». Ciò ha determinato «la migrazione degli utenti verso strutture convenzionate con conseguenti incidenze finanziarie sul Servizio sanitario nazionale, ovvero il ricorso a professionisti privati con aggravi economici per i singoli pazienti»
[foto www.brindisitg24.it]
0 commenti:
Posta un commento