ORIA - Ieri pomeriggio ho fatto una cosa inutile, non me ne pento, ma è stata davvero inutile. Dovendo sbrigare alcune commissioni in centro e non avendo voglia di camminare più di tanto sotto il sole, cerco e trovo parcheggio vicino Porta Manfredi. Scendo dalla macchina e mi dirigo alla più vicina rivendita di tabacchi. Chiedo un "grattino" per la sosta negli stalli blu. Ottanta centesimi di euro per un'ora, neanche a Capri. Ma meglio un caffè e un quarto in meno che un verbale dietro i tergicristalli. Di ritorno, sbircio sui cruscotti della altre auto parcheggiate lì nei pressi - non molte, per la verità - e non v'intravedo né "grattini" né ticket né abbonamenti residenti. In pratica, non frequentando eccessivamente la zona, perché spesso e malvolentieri mi trovo fuori Oria, forse sono l'unico a non conoscerne l'andazzo. Incuriosito da cotanta diffusa temerarietà nel non pagare il parcheggio, pur con il rischio di dover pagare poi la contravvenzione, mi siedo lì vicino e mi metto a osservare, ché tanto sono in anticipo di 20 minuti rispetto alla mia tabella di marcia. I soliti anziani tra carte e goccino, qualche cane randagio, poche saracinesche dei pochi negozi che, pigramente, si sollevano. Nessun vigile o ausiliario del traffico, almeno fino alle 18,20, quando mi metto in macchina, guardo il "grattino" con disprezzo e, dopo aver fatto quel che avevo da fare, metto in moto. Irritato, ma non pentito, me ne vado. Forse sono stato l'unico, assieme a qualche turista, ad aver pagato il parcheggio, ieri. Ho fatto, cioè, una cosa corretta, giusta, civile, ma assolutamente fine a se stessa. In una, inutile. (Eliseo Zanzarelli)
[in foto (di Franco Arpa), di repertorio, un'ausiliaria del traffico senza pettorina in centro]
[in foto (di Franco Arpa), di repertorio, un'ausiliaria del traffico senza pettorina in centro]
0 commenti:
Posta un commento