
La leggenda di “Oria fumosa” continua a perpetuarsi.
"Oria fumosa, ccitèra nnu vagnoni, pi qquànt’era curiosu vulìa vveti la tenzoni…". (Oria fumosa, uccisero un ragazzo, per quanto era curioso voleva vedere la tenzone, n.d.r.)
Egregi signori, figli come me e come Mario De Nuzzo, della stessa madre Oria: soltanto scriverne il nome mi emoziona e mi commuove, un timore reverenziale verso una parola senza digrammi, O R I A, che si può pronunciare anche a bocca chiusa (provate!), quasi a immortalare l’eco di un urlo insoffocabile, o la benedizione di ogni madre, o, ancora, un sospiro d’orgoglio per essere sorta ancor prima di Roma. Vanto, quest’ultimo,di tutti gli oritani, fino a quando non arrivò il castello di un re con allegata maledizione! Meditazione è d’obbligo, a questo punto, sul mio titolo. Chi è, stavolta, il re (e quale la sua corte) che osteggia così macchinosamente la richiesta di intitolare il Palio 2011 alla seconda vittima immolata al castello? Di questo, infatti, si è trattato: un ragazzo ucciso da un soldato messo a difendere il re ed i suoi miseri divertimenti, da occhi indegni…!?? Peccato che il re, la corte e tutto il resto, erano solo una messinscena, ma purtroppo, il ragazzo è morto davvero! Come davvero è inevitabile, saltando per un attimo nella vita dell’autore del delitto, rintracciare una maledizione che precorrerà i tempi: due maledizioni in una, come al supermercato! La morte di uno del popolo, che muoia giovane, innocente, con l’ultimo pensiero rivolto al tifo per il suo rione in una mascherata ideata “per stordir le genti”, o con dei sogni ancora da realizzare, non fa certo business. Disturba, magari, è fastidiosa! Il prezzo della vita varia da persona a persona, secondo canoni o gradi diversi di civiltà e rispetto, secondo le mode, le tendenze, gli interessi; la” quotazione”, insomma, fa la differenza, come in Borsa! E così tutto andò avanti come previsto... Il torneamento ebbe luogo, incontrastato, proprio secondo la regola delle leggende: realtà e fantasia.
Intanto il sangue di Mario sgorgava eterno insieme alle urla di sua madre. La leggenda si compie e si ripete, mentre Mario De Nuzzo dona già il suo Palio a Oria offrendole la propria vita.
Beh, accidenti,adesso la “quotazione” c’è. Il Palio di Mario esiste già. E allora mi domando: quale perversa ragione dovrebbe impedirne la formalizzazione con uno stendardo intitolato? Le risposte me le posso anche dare ma sono troppe e potrei persino peccare di malizia. Mi piace invece pensare che ragione non ne vedo io e nemmeno voi, e che Mario De Nuzzo entrerà finalmente in quel campo, senza pagare il biglietto, con il suo Palio.]
ORIA - Riceviamo e pubblichiamo da Mauro Marinò, coordinatore cittadino di Noi Centro sulle dimissioni di Tommaso Carone da segretario del Pd:
[Non posso non intervenire sulle dimissioni che l’avv. Tommaso Carone ha rassegnato nelle mani del suo partito.
Da coordinatore di Noi Centro con Ferrarese non dovrei minimamente entrare in questioni che riguardano un altro partito però nulla mi vieta di esternare pubblicamente quello che pensa il sottoscritto e l’intero direttivo del partito di cui mi onoro di rappresentare, della persona Tommaso Carone.
Negli ultimi tre anni, in seno al Consiglio Comunale, abbiamo condotto numerose battaglie a difesa della nostra città, molte delle quali portate avanti in maniera diligente, equilibrata e soprattutto incisiva nei confronti dell’attuale amministrazione. Il condottiero di tutte queste iniziative, non ho minimamente problemi a dirlo è stato Tommaso Carone a cui tutti noi gli riconosciamo le grandi capacità di leader e soprattutto uomo diligente mediatore e colto, capace in moltissime difficoltà e in riunioni infuocate, di far ragionare e mettere sulla retta via anche i più dissidenti. Sempre negli ultimi anni, assieme a lui, abbiamo posto le basi per la nascita di un nuovo modo di concepire la politica e dell’amministrare la cosa pubblica, soprattutto per essere alternativi ad un sistema che certamente non fa del bene alla nostra città. La notizia delle sue dimissioni mi lascia profondamente colpito e soprattutto rischia di cancellare tutto quello che abbiamo costruito. Abbiamo sempre parlato di aprire la più ampia discussione e confronto con tutti i Cittadini, sui problemi e sui programmi per la Città e a lavorare, perché intorno a precisi e comuni obiettivi, si realizzino gli interessi della città e non dei singoli, così come qualcuno negli ultimi tempi sta facendo intendere. Non puoi assolutamente tirarti indietro adesso che la battaglia è iniziata, perché non è Noi Centro o gli altri partiti che hanno bisogno delle tue capacità, ma la città di Oria di cui tu sei sicuramente capace di rappresentare. Spero che questa tua decisione, ti venga immediatamente rigettata, perché altrimenti se ciò non fosse fatto avremmo tutti perso, prima un grande uomo e poi una grande occasione.
Mauro Marinò, coordinatore Noi Centro]
di Eliseo Zanzarelli e Franco Arpa
ORIA – Come già anticipato in un precedente post, il centrodestra oritano, questo periodo più che mai, è alla ricerca di se stesso. Perciò, giorno per giorno, si susseguono vertici e riunioni, più o meno carbonare. È stata riservata, ma non segreta, per esempio, quella di ieri sera tra lo stato maggiore del cosiddetto Pdl di Oria e il coordinatore provinciale del partito onorevole Luigi Vitali per fare il punto sull'affaire coordinatore cittadino, che a breve dovrebbe cambiare titolarità. L'incontro si è celebrato in Comune appena dopo il Consiglio Comunale – come dimostra la foto qui accanto, in cui si distinguono le auto del sindaco e del coordinatore parcheggiate, abusivamente, sul piazzale del municipio -, a cui peraltro gran parte della maggioranza non si è presentata. Di sicuro, a palazzo di città, oltre a Vitali, c'erano il sindaco Cosimo Ferretti, l'attuale coordinatore cittadino Ermanno Vitto (accompagnato da Franco tancredi e Nino De Pace), Glauco Caniglia, Antonio Madaghiele, Francesco Greco e Francesco Caniglia. Di sicuro, uno dei punti, se non l'unico, oggetto del dibattito è stata la riorganizzazione del partito in territorio di Oria per due motivi principali. Primo, l'anno prossimo ci sono le elezioni amministrative e l'andazzo attuale potrebbe non giovare al centrodestra. Secondo, l'anno prossimo potrebbero esserci le politiche e l'andazzo attuale potrebbe non giovare a Vitali. Così, ecco che il leader provinciale dei berlusconiani propone il cambio alla guida cittadina del sodalizio: da Vitto a Pino Carbone, già candidato alle regionali nelle fila de “La Puglia prima di tutto”. L'anziano sindacalista dovrebbe presto accaparrarsi l'incarico di commissario cittadino del Pdl per poi presen
tarsi direttamente agli elettori la prossima primavera. Stando ai “rumors” degli ultimi giorni, infatti, sarebbe proprio Carbone il più papabile candidato sindaco del centrodestra, sebbene forse miri a qualcosa di più, tipo le politiche. Per il momento, comunque, la sua ambizione potrebbe essere destinata ad attendere, sempre che Carbone non finisca per aderire alla corrente finiana (Fli) del Pdl, date le trattative dirette con Gaetano Quagliariello. In quest'ultimo caso, per lui e i suoi, si aprirebbero nuovi spazi e nuovi scenari: Carbone alzerebbe il tiro puntando più in alto e i fedelissimi potrebbero continuare a gestirsi il Comune. Intanto, sempre ieri sera, è scoppiata la grana vicecoordinatore, anzi vicecommissario, incarico che pretenderebbero sia Ermanno Vitto sia Francesco Caniglia. Per ora, niente a nessuno dei due litiganti, è stata la salomonica decisione del coordinatore provinciale, ché tanto, in fondo, un vicecommissario non serve granché. Insomma, proseguono e proseguiranno le scosse interne al centrodestra, che pensa poco ad amministrare e molto a quando, e in che modo, si pre
senterà agli elettori. Il 30 settembre, tra l'altro, è in programma l'ultimo serio ostacolo per la tenuta dell'amministrazione: il consiglio sul riequilibrio di bilancio. Ci sarà ancora qualche “undicesimo” da accontentare. Poi via verso Natale e la Befana, che porterà Carbone per tutti, e il rush finale fino alle urne, alla riscoperta degli elettori. Saranno cambiati in cinque anni?
ORIA - Riceviamo e pubblichiamo da Tommaso Carone, coordinatore dimissionario del Pd:
[Ritengo di non rappresentare l'intero Partito Democratico di Oria e per questo rassegno le mie immediate e irrevocabili dimissioni da coordinatore cittadino.
Nel congresso cittadino del 13.12.2009 avevo illustrato e dettato le linee programmatiche del mio mandato che erano state votate e accolte con favore dall'unanimità del partito, unanimità che è andata via via dissolvendosi.
Bene, l'unanimità di facciata non serve allo svolgimento del mio incarico e non serve al PD, perché se è vero che essa non può e non deve certamente impedire il dibattito e la riflessione interna, è pur vero che consiglierebbe una maggiore coerenza per avere condiviso e approvato senza riserve la linea politica congressuale e una decisa, convinta e aperta partecipazione all'azione, alle iniziative e alla vita del partito stesso.
Partecipazione che è fatta di proposte, di iniziative, anche di critiche, ovviamente, che andrebbero tuttavia trattate nella sedi istituzionali del direttivo cittadino o dell'assemblea degli iscritti, non diramate dalla poltroncina di un bar o malcelate dalla partecipazione attiva ad iniziative estranee, sconosciute o non condivise dal partito ovvero diramate ai quattro venti in comunicati personali ma impegnativi.
Non si può lavorare tra l'assordante silenzio di diversi esponenti i quali, invece di far sentire la propria, anche autorevole, voce hanno preferito disertare il direttivo cittadino di cui fanno parte, né si può lavorare con una parte considerevole e considerata del partito che continua ad esprimere la propria posizione e le proprie idee all'esterno del partito, senza alcuna forma di condivisione e di partecipazione del direttivo cittadino, di cui pure taluno fa parte, e con la sistematica esclusione del sottoscritto.
Il PD avrebbe invece bisogno di conoscere finalmente la condivisione, di superare le divisioni, di abbandonare i personalismi e le invidie, di costruire un dialogo e un confronto diretto con la Città e per fare ciò avrebbe bisogno di un gruppo dirigente che insieme e per il bene della Città si ascolta e si fa ascoltare.
Questo era nelle linee programmatiche offerte dal sottoscritto al congresso ed era perciò che l'esito del congresso del 13.12.2009 sembrava il viatico migliore possibile.
Ma non perché aveva visto la mia elezione, ma perché aveva trovato quella condivisione, che con il senno di poi devo amaramente constatare di facciata, che poteva essere il primo passo dell'apertura del partito all'esterno e ad una sempre maggiore partecipazione alla sua vita e alle sue decisioni.
Avremo forse una diversa idea di fare politica? Ebbene, questo giustificherebbe di per sé solo le mie dimissioni, per evitare che il PD si trascini ancora nell'ambiguità, guidato da un coordinatore che non lo rappresenta tutto.
Il problema riguarda la mia persona o le mie capacità? Si poteva dirlo prima, evitando di far parlare di un partito che non si riconosce nel suo leader.
Una cosa vorrei aggiungerla però: alle elezioni del 2006 ho partecipato con spirito di servizio e mettendo a disposizione del centro sinistra la mia persona, cosa che non avrei fatto con il senno di poi e con la maturazione e la consapevolezza che lo svolgimento del lavoro di consigliere comunale mi hanno dato, offrendomi la chance di comprendere meglio e più approfonditamente persone, rapporti e dinamiche grazie alla conoscenza delle quali maturare la tempestiva percezione che avrebbe dovuto consigliare una scelta diversa.
Ma quella sfida l'ho voluta e l'ho accettata, mettendo in discussione il mio stesso futuro, senza mai chiedere nulla in cambio, a nessuno, né prima né dopo le elezioni, perse dal centro sinistra anche per responsabilità del candidato sindaco, è ovvio, ma non solo del candidato sindaco, e mi pare altrettanto ovvio.
Ebbene, il contributo che volevo dare al PD, confidando anche nel bagaglio di esperienze maturate, ma anche nella espressa volontà e nell'entusiasmo di tanti amici che mi hanno proposto e spinto e convinto, quasi con la forza, ad accettare, ed in alcuni dei quali ho riscoperto amicizia, fiducia e stima, era quello per la costruzione di un partito vero, diverso, animato dalla voglia di discutere e di fare, per il bene dei nostri cittadini e per la costruzione di una alternativa di governo della Città che merita finalmente la possibilità di costruirsi il proprio destino.
Ho trovato invece vecchie ruggini, antiche diffidenze che impediscono di lavorare insieme per un partito diverso, per un partito migliore, affidabile per gli alleati e credibile per la Città.
Ho verificato che i vizi che possono trovarsi nel dibattito nazionale, in quello regionale, in quello provinciale sono i vizi di un partito in cui gruppi di pressione e di interesse fanno di tutto per portarlo o lasciarlo nelle sabbie mobili dell'incertezza e dell'immobilismo, perché non possa decidere e resti facile preda di chi le cose non vuole cambiarle davvero, preferendo la conservazione dello status quo e utilizzandolo come trampolino di lancio delle proprie ambizioni o per coltivare deleterie nostalgie dei bei tempi andati.
Il partito democratico doveva essere, a rischio del fallimento del progetto e delle speranze che portava in nuce, un partito nuovo e diverso, è rimasto un partito di tanti conservatori e di tanti opportunisti: la maggior parte, invece, di chi vi ha creduto è rimasta delusa!
Nessuno ha ripensato le proprie categorie culturali, quasi nessuno ha messo a disposizione di tutti la propria grande esperienza politica e amministrativa, facendosene invece custode geloso, nessuno ha creduto e lasciato spazio ai giovani e alle nuove generazioni per fare in modo che la nuova società potesse essere aiutata e guidata con più attenzione per il futuro invece che con la testa al passato.
Ho accettato il gravoso compito di coordinatore cittadino liberamente, per costruire, per condividere, per allargare la partecipazione e la condivisione di un progetto politico nuovo e rinnovato: liberamente ritengo che questo compito non possa essere più portato avanti, almeno da me.
Avv. Tommaso Carone]
[foto da www.oritano.it]
COMUNICATO STAMPA IDEA RADIO
ORIA – Il Pdl oritano alle grandi manovre. Le elezioni sono ormai alle porte e bisogna serrare i ranghi per non presentarsi impreparati all'appuntamento con gli elettori. Qualche giorno fa, in Comune si è celebrata un'importante riunione dello stato maggiore di centrodestra, presente anche il coordinatore provinciale pidiellino onorevole Luigi Vitali.
Quest'ultimo, considerato che in primavera si potrebbe votare pure per il Parlamento, avrebbe intenzione di mettere ordine sul territorio, marcandolo. Così, come confermano i soliti volantini anonimi comparsi di recente, peraltro molto beninformati, in seno al Pdl si starebbero per verificare scosse di assestamento niente male per l'attuale establishment, considerato un po' troppo piatto.
Di che tipo? È presto detto. Il coordinamento cittadino, ora in mano a Ermanno Vitto, passerebbe a Pino Carbone, che in questo modo potrebbe coltivare la sua rivincita dopo la delusione delle regionali, quando da candidato de “La Puglia prima di tutto” non è riuscito a farsi eleggere a Bari, in via Capruzzi.
I suoi “circa 4mila” voti, però, oltre all'antipatia per il senatore Michele Saccomanno e il consigliere regionale Maurizio Friolo, avrebbero persuaso Vitali che sì, si tratta dell'uomo giusto per portare avanti il suo progetto di radicamento territoriale su Oria. Progetto nel quale – pare – occuperebbe un posto di secondo piano, quindi non più da sindaco, Cosimo Ferretti, che avrebbe giocato male le sue carte, determinando assieme a Vitto l'indebolimento del Pdl in città.
La riunione dell'altra sera, peraltro, sarebbe stata aggiornata a questa settimana, che sta per concludersi, quindi non è escluso che le parti, nel frattempo, si siano rincontrate o stiano per rincontrarsi.
In questo secondo appuntamento, il centrodestra oritano, sempre stando a indiscrezioni attendibili, avrebbe dovuto (o dovrebbe) spendere due nominativi: l'uno del coordinatore, l'altro del suo vice. Nel caso in cui, come si sospetta, nessuno si sia assunto (o si assumerà) la responsabilità di fare questi due nomi, è stato (o sarà) Vitali a farli.
A chi spetteranno gli incarichi? Su, su, non è difficile: coordinatore sarà, appunto, Carbone, mentre il vicariato potrebbe rimanere appannaggio di Vitto, il cui lavoro per il partito, in tal modo, non verrebbe disconosciuto del tutto.
Attenzione, però. Secondo gli autori del volantino anonimo, e si aprono scenari del tutto nuovi, Carbone sarebbe in trattative politiche non solo con Vitali, ma anche con Futuro e Libertà per l'Italia - il nuovo movimento del presidente della Camera Gianfranco Fini - per il tramite dell'onorevole Gaetano Quagliariello. Obiettivo principale per Carbone, infatti, sarebbe rifarsi dopo le regionali, magari anche puntando diritto diritto alle politiche, se ci saranno, del prossimo anno.
Nel caso non ci dovesse riuscire, beh, allora si potrebbe anche “accontentare” di fare il sindaco a tutti gli effetti per consolidare il consenso, dopo i cinque anni trascorsi in cabina di regia.