22/12/10

FRANCAVILLA CALIBRO 9, MA NON È UN FILM



FRANCAVILLA FONTANA – Se fosse un film, si potrebbe intitolare “Francavilla Calibro 9”. Purtroppo, però, quello che sta accadendo nella - un tempo ridente - Città degli Imperiali non è fiction, ma pura, amarissima realtà. I numeri, talvolta, aiutano a comprendere il fenomeno. Tre omicidi in tre mesi costituiscono un dato sconcertante e, a giusta ragione, allarmante. Una stagione così violenta, caratterizzata non solo dai più recenti episodi di pallottole e sangue, ma anche da tutta una serie di fatti di matrice criminale e microcriminale, a queste latitudini non la si viveva dai tempi nefasti della Sacra corona unita.

La sensazione è che, al di là di ogni auspicio di senso contrario, sia in atto una guerra tra bande o, perlomeno, qualcosa di molto simile. Pare che negli ultimi tempi qualche equilibrio si sia spezzato e, dopo anni di mansuetudine o al limite trascorsi militando nel sottobosco delinquenziale, la criminalità si sia definitivamente destata dal torpore. Il perché, ovviamente, non sta a chi scrive scoprirlo e forse neppure ipotizzarlo. Così come non spetta ai comuni cittadini, bensì alle cosiddette istituzioni (in cui ricomprendiamo le forze dell’ordine), individuare il come porre fine a questa mattanza.

Certo è che, dal di fuori, la preoccupazione è sempre più forte. Il raggio d’azione di chi non esita, nemmeno un attimo, a estrarre l’arma da fuoco e mirare contro il rivale di turno, infatti, si è sviluppato quasi a cerchi concentrici.

Dapprima fu l’omicidio del pastore 48enne Damiano Parisi – con precedenti penali - mentre nella tarda serata del 7 luglio 2008, a bordo della sua Multipla, raggiungeva la sua abitazione in una contrada Mocavero, ben lontano dal centro abitato. Ma ora, venendo ai giorni nostri, le cose sono cambiate.

L’imprenditore 42enne Vincenzo della Corte - omonimo e cugino del primo cittadino - è stato freddato la sera del 9 ottobre 2010 presso la sua azienda alla periferia di San Michele, non in campagna.

Il povero Francesco Ligorio, appena 19enne bersaglio casuale nell’agguato che avrebbe dovuto eliminare per sempre il 38enne Nicola Canovari, è stato crivellato di colpi attorno all’alba (le 5,30 circa) dell’11 novembre scorso lungo la superstrada Brindisi-Taranto.

Infine, e veniamo a oggi 22 dicembre, Fabio Parisi, non imparentato con quel Damiano Parisi la cui uccisione di fatto battezzò la nuova escalation criminosa, è stato freddato in pieno centro – via Regina Elena è a due passi dalla piazza cuore della nota “movida” francavillese – attorno alle 6,30.

Cerchi concentrici, appunto, sia con riferimento alle location delle esecuzioni sia con riferimento agli orari: dalla notte al primo mattino, quando i bar e le edicole sono aperti da un pezzo e di gente in giro comincia a essercene.

Queste circostanze fanno riflettere, e non poco. Senza dubbio, l’azione dei sicari si è fatta più spudorata, di volta in volta quasi strafottente. Probabilmente pure di sfida. Perché, al di là di ogni polemica, mentre le istituzioni s’indignano, discutono, si riuniscono in consigli comunali monotematici alla presenza di Tizio, Caio o Sempronio, la criminalità agisce: ruba, scippa, rapina, intimida, estorce, spara. Perlopiù – è un dato di fatto anche questo – indisturbata.

Quel ch’è certo è che così avanti non si può davvero più andare. Per dire: nel corso del famoso consiglio comunale sul tema della legalità, convocato e celebrato dopo l’agguato in superstrada, erano stati promessi pugno duro, maggior controllo del territorio e rinforzi alle forze di polizia presenti in loco che, per carità, fanno il possibile. Da allora, però, poco o nulla è cambiato. L’omicidio Parisi-bis, più azzardato degli altri, ne è testimonianza fresca e lampante. Intanto, però, eccoci alla vigilia dell’ennesimo vertice “interforze” voluto dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano e dal sindaco della Corte.

A mali estremi, estremi rimedi, recita il detto. Per la situazione rifiuti di Napoli è stato impiegato l’esercito. Per la “mondezza” di Francavilla, che odora non di percolato ma di polvere da sparo, nulla di tutto ciò. Chi di dovere, agisca e alla svelta. Prima che le strade si riempiano di nuovo di sangue, i giornali d’inchiostro e le cosiddette istituzioni vomitino fiumi di parole. Perché “Francavilla Calibro 9” non è il titolo di un film, ma sempre più la sintesi di un’inquietante realtà. (Eliseo Zanzarelli)

[foto da www.brindisireport.it]

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