MESAGNE - “È necessario instaurare un dialogo aperto e senza pregiudizi tra tutti i componenti della nostra società”. Questa è una delle affermazioni fatte dal referente mesagnese della “Fabbrica di Nichi” e pubblicata dai giornali qualche settimana fa.
La prassi, si diceva un tempo, deve accompagnare la teoria. I comportamenti dovrebbero essere la traduzione in azioni delle enunciazioni di principio. Questa regola di un codice non scritto sfugge probabilmente al neo referente della “Fabbrica di Nichi”.
È così accade che, in una sera di luglio, durante un dibattito una giovane compagna che vuole esprimere la sua opinione chiara e decisa sulle migrazioni, opinione evidentemente giudicata eretica o comunque non in linea con il pensiero vendoliano, venga prima invitata a desistere dal farlo, poi venga letteralmente censurata impedendole di fare il suo intervento dal palco.
Per meglio cogliere la “dissonanza” tra pensiero ed azione si pensi che, solo poche ore prima che ciò accadesse, la stessa “Fabbrica” aveva organizzato un’iniziativa sulla “legge bavaglio”. Due pesi e due misure?
Alla luce di questi fatti ci chiediamo e chiediamo ai “fabbricanti”:
A quale genere di fabbriche si ispira la “Fabbrica di Nichi”?
Noi speriamo che non sia il modello Fiat che, come “atto di ritorsione”, (Epifani sul Sole 24ore del 22 luglio 2010) sceglie di licenziare dando la precedenza ai delegati della CIGL.
Nell’attesa che arrivino le nuove fabbriche (avete pensato a Belgrado?), a noi pare che i leader dell’opificio locale dovrebbero semplicemente porgere le loro scuse alla persona così indebitamente censurata.
La prassi, si diceva un tempo, deve accompagnare la teoria. I comportamenti dovrebbero essere la traduzione in azioni delle enunciazioni di principio. Questa regola di un codice non scritto sfugge probabilmente al neo referente della “Fabbrica di Nichi”.
È così accade che, in una sera di luglio, durante un dibattito una giovane compagna che vuole esprimere la sua opinione chiara e decisa sulle migrazioni, opinione evidentemente giudicata eretica o comunque non in linea con il pensiero vendoliano, venga prima invitata a desistere dal farlo, poi venga letteralmente censurata impedendole di fare il suo intervento dal palco.
Per meglio cogliere la “dissonanza” tra pensiero ed azione si pensi che, solo poche ore prima che ciò accadesse, la stessa “Fabbrica” aveva organizzato un’iniziativa sulla “legge bavaglio”. Due pesi e due misure?
Alla luce di questi fatti ci chiediamo e chiediamo ai “fabbricanti”:
A quale genere di fabbriche si ispira la “Fabbrica di Nichi”?
Noi speriamo che non sia il modello Fiat che, come “atto di ritorsione”, (Epifani sul Sole 24ore del 22 luglio 2010) sceglie di licenziare dando la precedenza ai delegati della CIGL.
Nell’attesa che arrivino le nuove fabbriche (avete pensato a Belgrado?), a noi pare che i leader dell’opificio locale dovrebbero semplicemente porgere le loro scuse alla persona così indebitamente censurata.
COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE TERRAROSSA
www.terrarossa.eu
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