ORIA – A sempre meno di un anno dalle amministrative 2011, la politica si frantuma sempre più prima di chiedere il voto agli elettori, tanto nel centrodestra, quanto nel centro/centrosinistra. Né l’attuale maggioranza né i partiti che si presenteranno all’appuntamento con le urne come opposizione/opposizioni godono, infatti, di ottima salute.
LA MAGGIORANZA
La maggioranza, è un dato di fatto, consta al suo interno di diverse anime: diciamo che a ognuno tra sindaco, assessori e consiglieri appartiene una singola anima politica. Lo dimostra una maggioranza consiliare a undici contro dieci e lo dimostrano le votazioni sofferte sui temi più spinosi. Lo dimostra la triste, ma non per questo inefficace, sindrome dell’undicesimo uomo. Lo dimostra il fatto che la maggior parte degli attuali amministratori sono a suo tempo stati eletti nelle fila dell’Udc e oggigiorno non si capisce bene quale sia il loro partito d’appartenenza. Alcuni dicono il Pdl, altri smentiscono. A un certo punto di questo quinquennio, non molto tempo fa, alcuni esponenti della maggioranza e alcuni passati all’opposizione si contendevano la denominazione di gruppo consiliare Pdl. Allora - i più attenti lo ricorderanno - illustri esponenti dell’opposizione, del cosiddetto gruppo indipendente per Oria, si fecero immortalare in posa con il coordinatore provinciale del Pdl a sancire che loro e non altri rappresentavano il Pdl in consiglio. Poi le cose sono andate diversamente. È arrivato il ciclone-Ferrarese che ha spazzato via i vecchi propositi e i vecchi proseliti. Lo stesso coordinatore provinciale del Pdl, un tempo ai ferri corti con il sindaco – reciproche furono le minacce di querela –, di recente si è seduto a tavolino con il primo cittadino e pochi altri eletti e non per far sì che rientrasse una perniciosa crisi d’amministrazione. Al termine dell’incontro, la fumata bianca: un consigliere di maggioranza, che prima aveva il mal di pancia e reclamava maggiore visibilità, è stato nominato capogruppo consiliare del Pdl. E dopo, tutti felici e contenti? Neanche per sogno. È arrivata la grana “Sing”, che ha mietuto scontenti e generato ulteriori tensioni. Tuttora, in seno al governo cittadino, esiste il progetto Mps o Atos che dir si voglia che, a quanto pare, è già partito. Esordio ufficiale? Un manifesto di condoglianze (leggi QUI). Tuttavia, giunti a questo punto, si andrà avanti fino al termine naturale del mandato, nell’interesse della maggioranza ma, soprattutto, delle minoranze.
LE OPPOSIZIONI
Minoranze che, al momento, non sono messe meglio. Il centrosinistra è una “babele” falcidiata dai dissidi intestini, non solo a un’ipotetica coalizione alternativa allo strapotere numerico - sempreché verrà confermato - del centrodestra, ma anche in seno agli stessi singoli partiti.
Il Pd, per esempio, e il fresco intervento di una giovane iscritta lo conferma, riflette un pò la situazione nazionale: tra vecchio e nuovo, tra volponi e non, è alla ricerca di una propria identità e potrebbe finire per appoggiare un candidato proveniente nientemeno che dal centrodestra.
Intanto, dopo il fuoco di paglia di una possibile intesa, sembra essere tramontata l’ipotesi di un connubio con l’Udc, che ha sbattuto la porta senza neppure salutare e se n’è andata dal tavolo della concertazione o, come si dice in giro, della spartizione teorica di poltrone con i giochi e le liste praticamente già fatte. A breve i centristi potrebbero addirittura annunciare il nominativo del primo candidato sindaco del 2011. Solo che in autunno nascerà il Partito della Nazione, che non sarà soltanto Udc, ma anche Noi al Centro con Ferrarese, il neonato movimento politico facente capo al presidente della Provincia. Proprio Noi al Centro con Ferrarese potrebbe rappresentare l’ago della bilancia: è da qui che spuntano i nomi dei papabili più papabili tra i candidati sindaco del centrosinistra. Il problema, al di là della “mission impossible” di mettere d’accordo le non poche anime (un paese di anime, Oria) del centrosinistra e della sinistra, è che anche l’ex Lista Ferrarese sembra stia iniziando a scricchiolare. Non ci sarebbe accordo sul nominativo da contrapporre al candidato di centrodestra, tanto che una importante triade vicina al movimento (Moretto-Di Noia-Fullone) potrebbe dar vita a una formazione autonoma costruita forse non per vincere ma per dare filo da torcere, a una parte e all’altra. Una sorta di alter ego di Mps o Atos che dir si voglia, ma d’insegna opposta, forse.
E poi? Poi c’è la sinistra di Sel, sempre più gongolante per via dell’effetto Vendola, e quella storica, dura e pura che fa capo a personalità che, prima dell’avvento del centrodestra, hanno già amministrato la città. La sinistra, almeno, è unita? Macché. Sel preferirebbe non fare le primarie, gli altri compagni sì così come parte, ma solo parte, del Pd. Alle primarie, invece, non pensa minimamente Noi al Centro, così come l’Udc.
COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA
Insomma, a sempre meno di un anno dalle elezioni, la situazione è sempre più ingarbugliata. Poco o nulla è cambiato rispetto a cinque anni fa e, a meno di inattesi miracoli, il trascorrere di qualche altro mese difficilmente potrà cambiare lo status quo né compattare in un sol respiro le anime di qua e le anime di là. (Eliseo Zanzarelli)
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LA MAGGIORANZA
La maggioranza, è un dato di fatto, consta al suo interno di diverse anime: diciamo che a ognuno tra sindaco, assessori e consiglieri appartiene una singola anima politica. Lo dimostra una maggioranza consiliare a undici contro dieci e lo dimostrano le votazioni sofferte sui temi più spinosi. Lo dimostra la triste, ma non per questo inefficace, sindrome dell’undicesimo uomo. Lo dimostra il fatto che la maggior parte degli attuali amministratori sono a suo tempo stati eletti nelle fila dell’Udc e oggigiorno non si capisce bene quale sia il loro partito d’appartenenza. Alcuni dicono il Pdl, altri smentiscono. A un certo punto di questo quinquennio, non molto tempo fa, alcuni esponenti della maggioranza e alcuni passati all’opposizione si contendevano la denominazione di gruppo consiliare Pdl. Allora - i più attenti lo ricorderanno - illustri esponenti dell’opposizione, del cosiddetto gruppo indipendente per Oria, si fecero immortalare in posa con il coordinatore provinciale del Pdl a sancire che loro e non altri rappresentavano il Pdl in consiglio. Poi le cose sono andate diversamente. È arrivato il ciclone-Ferrarese che ha spazzato via i vecchi propositi e i vecchi proseliti. Lo stesso coordinatore provinciale del Pdl, un tempo ai ferri corti con il sindaco – reciproche furono le minacce di querela –, di recente si è seduto a tavolino con il primo cittadino e pochi altri eletti e non per far sì che rientrasse una perniciosa crisi d’amministrazione. Al termine dell’incontro, la fumata bianca: un consigliere di maggioranza, che prima aveva il mal di pancia e reclamava maggiore visibilità, è stato nominato capogruppo consiliare del Pdl. E dopo, tutti felici e contenti? Neanche per sogno. È arrivata la grana “Sing”, che ha mietuto scontenti e generato ulteriori tensioni. Tuttora, in seno al governo cittadino, esiste il progetto Mps o Atos che dir si voglia che, a quanto pare, è già partito. Esordio ufficiale? Un manifesto di condoglianze (leggi QUI). Tuttavia, giunti a questo punto, si andrà avanti fino al termine naturale del mandato, nell’interesse della maggioranza ma, soprattutto, delle minoranze.
LE OPPOSIZIONI
Minoranze che, al momento, non sono messe meglio. Il centrosinistra è una “babele” falcidiata dai dissidi intestini, non solo a un’ipotetica coalizione alternativa allo strapotere numerico - sempreché verrà confermato - del centrodestra, ma anche in seno agli stessi singoli partiti.
Il Pd, per esempio, e il fresco intervento di una giovane iscritta lo conferma, riflette un pò la situazione nazionale: tra vecchio e nuovo, tra volponi e non, è alla ricerca di una propria identità e potrebbe finire per appoggiare un candidato proveniente nientemeno che dal centrodestra.
Intanto, dopo il fuoco di paglia di una possibile intesa, sembra essere tramontata l’ipotesi di un connubio con l’Udc, che ha sbattuto la porta senza neppure salutare e se n’è andata dal tavolo della concertazione o, come si dice in giro, della spartizione teorica di poltrone con i giochi e le liste praticamente già fatte. A breve i centristi potrebbero addirittura annunciare il nominativo del primo candidato sindaco del 2011. Solo che in autunno nascerà il Partito della Nazione, che non sarà soltanto Udc, ma anche Noi al Centro con Ferrarese, il neonato movimento politico facente capo al presidente della Provincia. Proprio Noi al Centro con Ferrarese potrebbe rappresentare l’ago della bilancia: è da qui che spuntano i nomi dei papabili più papabili tra i candidati sindaco del centrosinistra. Il problema, al di là della “mission impossible” di mettere d’accordo le non poche anime (un paese di anime, Oria) del centrosinistra e della sinistra, è che anche l’ex Lista Ferrarese sembra stia iniziando a scricchiolare. Non ci sarebbe accordo sul nominativo da contrapporre al candidato di centrodestra, tanto che una importante triade vicina al movimento (Moretto-Di Noia-Fullone) potrebbe dar vita a una formazione autonoma costruita forse non per vincere ma per dare filo da torcere, a una parte e all’altra. Una sorta di alter ego di Mps o Atos che dir si voglia, ma d’insegna opposta, forse.
E poi? Poi c’è la sinistra di Sel, sempre più gongolante per via dell’effetto Vendola, e quella storica, dura e pura che fa capo a personalità che, prima dell’avvento del centrodestra, hanno già amministrato la città. La sinistra, almeno, è unita? Macché. Sel preferirebbe non fare le primarie, gli altri compagni sì così come parte, ma solo parte, del Pd. Alle primarie, invece, non pensa minimamente Noi al Centro, così come l’Udc.
COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA
Insomma, a sempre meno di un anno dalle elezioni, la situazione è sempre più ingarbugliata. Poco o nulla è cambiato rispetto a cinque anni fa e, a meno di inattesi miracoli, il trascorrere di qualche altro mese difficilmente potrà cambiare lo status quo né compattare in un sol respiro le anime di qua e le anime di là. (Eliseo Zanzarelli)
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