ORIA – A distanza di quasi dieci anni, è finalmente possibile dare a Cesare quel che è di Cesare. Il “Cesare” in questione sono i Democratici di sinistra, quelli che nel 2002 avevano denunciato tutta una serie di presunte illiceità relative al famigerato autovelox all’epoca impiegato dalla Polizia municipale (o da chi per essa). Gli automobilisti di medio-lungo corso la ricorderanno sicuramente, quella macchina infernale: la circonvallazione e la strada per Manduria erano diventate campi minati, trappole per conducenti. Contravvenzioni assicurate per tutti, a meno che non si procedesse ben al di sotto dei limiti consentiti. È notizia di questi giorni la conclusione delle indagini della Guardia di finanza di Desenzano del Garda (Brescia) che, grazie a complesse indagini, è riuscita a scoperchiare un altrettanto complesso sistema truffaldino messo in piedi dalla Garda segnale gestita dal 60enne mantovano Diego Barosi. La società disponeva di 50 autovelox, dei quali soltanto due omologati, che riusciva a piazzare in tutt’Italia spesso aggiudicandosi finte gare d’appalto. Almeno uno dei misuratori elettronici è finito a Oria, in uso ai vigili dell’allora comandante Emilio Guido (incaricato fiduciario dell’amministrazione dell’allora sindaco Cosimino Moretto). Quarantotto di questi autovelox, maneggiati con cura da personale della ditta Garda segnale, erano tarati per rilevare la velocità di transito dei veicoli al rialzo del 15-17 per cento rispetto a quella reale. Stando a quanto accertato dalle fiamme gialle, nei verbali notificati agli ignari automobilisti comparivano sempre e comunque i numeri di matricola degli unici due apparecchi omologati, che dunque avevano il dono dell’ubiquità: così, almeno in teoria, la contravvenzione non era contestabile. Per fortuna, vuoi per un motivo vuoi per un altro, più di qualcuna fu annullata già allora. Inoltre, per ognuna di queste contravvenzioni, alla ditta concessionaria sarebbe spettato un corrispettivo pari a lire 26.400 per importi inferiori a lire 220.000 e di 74.400 per importi superiori a lire 220.000. Percentuali sugli incassi spettavano pure a funzionari e amministratori pubblici compiacenti (367 quelli coinvolti, su 146 amministrazioni comunali e 558 persone denunciate). Il tutto, per un totale di 82mila multe per eccesso di velocità elevate lungo l’intera Penisola e incassi complessivi del valore di 11 milioni e mezzo di euro. Decisamente un bel pastrocchio in cui Oria pensò bene di gettarsi a capofitto. Più o meno questo, tornando a “Cesare”, denunciavano i Ds dell’epoca, che non corrispondono in toto al Pd di oggi e avevano in Lorenza Conte (in foto) il capogruppo consiliare (alleghiamo nelle immagini i volantini fatti stampare e diffusi nel 2002). Al tempo, però, Oria aveva svoltato. Dopo dieci anni di centrosinistra, la stragrande maggioranza degli elettori preferì il centrodestra di Cosimino Moretto (sindaco), Mimino Pomarico (vicesindaco per quasi due anni), Mimino Ferretti (presidente del consiglio comunale), ecc. I Ds erano il passato alle spalle, le solite polemiche strumentali, si fece pensare e si pensò. In pochi - dissero le urne - erano ancora disposti a dar loro credito. Il clima, specie a palazzo di città, era avvelenato. E infatti partirono le ripicche e finanche le denunce all’indirizzo di quei dipendenti comunali – poi, atti alla mano, sempre assolti dalla magistratura - legati al vecchio “regime” guidato dal sindaco Sergio Ardito (ora nel Pd a sostegno di Pomarico, passato al centrosinistra). A distanza di quasi due lustri, onestà intellettuale impone - in relazione a questo fatto specifico, è pacifico - di rendere a Cesare quel che di Cesare era già nel 2002 (per comprendere meglio, leggere i volantini cliccando sulle immagini).
Eliseo Zanzarelli
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