18/04/11

AMMINISTRATIVE 2011, IL PROGRAMMA DI SINISTRA UNITA PER FISTETTI SINDACO


ORIA - Terzo programma in ordine di arrivo, quello della Sinistra Unita per Pasquale "Franco" Fistetti sindaco, che riportiamo integralmente qui di seguito. All'appello adesso manca soltanto quello del centrosinistra per Mimino Pomarico sindaco.

[PROGRAMMA AMMINISTRATIVO della Sinistra Unita per Oria
candidato Sindaco Avv. Pasquale Franco Fistetti


SINISTRA UNITA per ORIA è la forza di resistere a chi non vuole ricordare
lo scempio del centrodestra a Oria NEGLI ULTIMI DIECI ANNI

Il nostro candidato Sindaco è di sinistra perché l'orgoglio lo possiamo anche mettere da parte ma la dignità mai un Sindaco non si impone... si sceglie!
Noi abbiamo scelto: Pasquale Franco Fistetti, avvocato penalista da sempre difensore dei più deboli e dei diritti dei cittadini del mondo, un candidato onesto e generoso, capace e competente,
la sua esperienza professionale al servizio di questa Città.



Questo il Suo/il nostro Programma


Premessa

1.Le ragioni di una scelta: con coerenza per la Sinistra

A Oria c'è sempre più bisogno di una politica più di sinistra: la Sinistra Unita partecipa alle elezioni comunali con un proprio candidato alla carica di sindaco proprio per dare espressione politica a quest'esigenza, per aprire una prospettiva a SINISTRA, rispetto ad un panorama politico alquanto piatto, dominato da personalismi e da un agire politico di piccolo e squallido cabotaggio che di fatto avvantaggia i poteri economicamente forti ed ha comportato il ristagno di tutti i problemi che attanagliano la vita dei nostri concittadini.
L'esito delle ultime elezioni ha reso ancora più evidente proprio questo bisogno di Sinistra, pena la deriva a destra del voto popolare.
In effetti i cittadini di Oria hanno lanciato un segnale estremamente forte, una richiesta in termini ultimativi prima di tutto alla Sinistra: un segnale di forte malcontento.
Il pericolo che si corre, perseverando con tali logiche, è che la politica si allontani sempre di più dal sentire comune, dalle persone, dai loro problemi. Sino a divenire qualcosa di "altro".
Proprio per cercare di evitare almeno in parte questo rischio, riteniamo indispensabile che ci sia in una voce che con coerenza sappia rappresentare l'esigenza di una politica più di sinistra e più in generale riteniamo che la politica debba ritrovare, con uno stile diverso, la capacità di confrontarsi sui problemi, rammentando sempre che il mandato ricevuto è una delega, che va esercitata tenendo presente sempre e soltanto quel bene comune che le dà legittimazione e ne costituisce il fine.
È in tale difficile contesto che, per noi Sinistra Unita, avvicinarsi all'idea di candidarci ad amministrare Oria significa innanzitutto cogliere un'occasione per tentare una interpretazione della nostra città e della sua identità. Vuol dire cercare di rintracciare la sua tradizione, valorizzare le sue potenzialità, ma anche raccogliere le sue inquietudini e le sue contraddizioni, vuol dire, in ogni caso e soprattutto, mettere una speranza comune al centro di un progetto di futuro con al primo punto il tema della Legalità.

Oria in questi giorni si trova ad affrontare il grave fenomeno della immigrazione di massa concentrata dal Governo Berlusconi e dal suo Ministro Leghista alle porte della nostra Città in una Tendopoli Lager

Il primo compito del Sindaco di Oria dovrà essere quello di intervenire e levare forte la voce della nostra comunità, a fronte di un rumoroso silenzio da parte delle autorità locali provinciali e nazionali in merito alla crescente problematica, questione immigrati, per i quali è stato creata dal Governo Berlusconi e dal suo Ministro Leghista una tendopoli Lager alle porte di Oria.

E’ davvero sconcertante l’indifferenza generale politica locale, dinanzi ad un FENOMENO EPOCALE come quello in atto, che sta segnando la storia geopolitica di questo momento storico e che verrà ricordata per sempre nel corso degli anni.

E’ indiscutibile, che il nuovo Sindaco dovrà alzare forte la voce della comunità oritana dinanzi ad un Ministro degli Interni, espressione oramai di una precisa area etnico-geografica dell’Italia (a cui risponde direttamente), comprovata dalla adozione silente di provvedimenti di localizzazione e collocazione del fenomeno migratorio “epocale”, mediante soluzioni ghettizzanti in senso geografico meridionale della gestione immigrati.

Ministro degli Interni che in merito a ciò non risponde dinanzi al Parlamento nazionale come suo dovere, bensì dinanzi alla segreteria della Lega Nord, vera socia di maggioranza del Governo.

Dinanzi a questa situazione umanitaria esplosiva dove i giovani e generosi volontari vengono esposti e lasciati da soli ad affrontare una vera e propria emergenza chi è candidato alla guida della Città di Oria non può impegnarsi in una campagna elettorale “falsa e mistificatoria”, slegata dal contesto ambientale, e dalle reali problematiche sociali che affliggono la comunità di Oria; una politica vecchia, come vecchi gli schieramenti e le persone che la connotano, caratterizzata da false e roboanti promesse e proclami, gestione di affari e di clientele.

Noi dobbiamo essere l’opposto, dobbiamo essere la politica reale, la buona politica che si contrappone alla cattiva politica, quella buona politica fatta in mezzo e con la gente, condividendo i problemi e affrontandoli giorno per giorno e certamente non ignorandoli

Quello che vogliamo…………..

Vogliamo che nessuno debba essere ricattato ed esposto a ritorsioni a causa delle proprie idee e azioni politiche come ha fatto il centro destra di Moretto e Ferretti in questi dieci anni.

Vogliamo che sia azzerata la indennità di carica al Sindaco, agli assessori, al Presidente ed ai consiglieri comunali, per riscoprire il gusto di fare politica e amministrare disinteressatamente nell’interesse della Città

Vogliamo che gli incarichi esterni vengano conferiti alle professionalità ed ai giovani laureati di Oria per fare il bene della Città e non a forestieri chiamati, con i soldi dei cittadini, a realizzare vendette nei confronti degli avversari politici.

Vogliamo che Oria sia governata dagli Oritani e non dai Francavillesi che considerano questa nostra gloriosa cittadina come loro feudo elettorale per prendere tutto e non dare mai niente.

Vogliamo che la zona industriale di Oria, trasformata negli ultimi dieci anni dall’incuria del Centrodestra in una grande discarica abusiva all’aperto, sia occasione di sviluppo ed occupazione per i nostri giovani.

Vogliamo gestire direttamente le entrate comunali, abolire gli sperperi e l’evasione, ridimensionare la tassa sulla pubblicità e sulla occupazione del suolo pubblico che penalizza il turismo e l’accoglienza locale: vogliamo però segnalare alla Corte dei Conti tutti gli sprechi, le inefficienze e le furberie del Centrodestra in questi ultimi dieci anni che hanno gravemente penalizzato il Bilancio Comunale e costretto il Commissario ad aumentare le tasse comunali del 20%.

Vogliamo affidare in concessione i trasporti funebri locali realizzando quelle entrate necessarie per ridurre le tasse comunali e calmierare i prezzi praticati dalle imprese locali

Vogliamo eliminare gli sprechi ed il parassitismo tra i dipendenti comunali, penalizzando chi non ha voglia di lavorare e premiando tutti gli altri impegnati nel rendere efficiente la macchina amministrativa comunale con precise assunzioni di responsabilità che evitino i ritardi nell’effettuare i pagamenti ai fornitori e la lievitazione dei prezzi e dei contenziosi.

Vogliamo eliminare le posizioni di privilegio di pochi a discapito dei molti anche nella gestione dei servizi e nell’utilizzo del volontariato e dare poteri effettivi ai Rioni Cittadini, come previsto nello Statuto, cui affidare risorse finanziarie adeguate per gestire autonomamente, in economia e attraverso il volontariato, i loro quartieri (verde, strade, ecc.)

Vogliamo approvare il Piano Urbanistico adottato dall’Amministrazione Ardito nel 2000 e revocato per gli interessi di pochi dal Centrodestra di Moretto e Ferretti con i soldi dei cittadini.

2. Per una Città in cui i cittadini stiano sullo stesso piano

La nostra analisi parte dalla constatazione dell'esistenza di due categorie di cittadini:

Il cittadino che conta, che è in grado di condizionare pesantemente le scelte politico-amministrative del consiglio comunale;
Il cittadino lavoratore, operaio e impiegato, anziano, giovane disoccupato e precario, posto sotto ricatto e tutela politica, tutti cittadini che hanno minori possibilità di far sentire la propria voce, quasi un mondo di invisibili rispetto a quelle che sono le scelte della politica locale.

Ecco noi della Sinistra Unita vorremmo dare voce a questi ultimi, vorremmo offrire un'alternativa chiaramente di sinistra, contro la rassegnazione che porta all'astensionismo, contro la disillusione dei ceti più deboli, che avendo trovato sinora solo deboli riferimenti a sinistra ha come conseguenza la deriva a destra del voto popolare.

Noi della Sinistra Unita, vorremmo dare spazio prima di tutto ad un modo di amministrare che apra ai più deboli, a quelli che non hanno voce: Non vogliamo una città degli inclusi e una città degli esclusi, ma una città capace di generare valore per tutti e per ciascuno e di re-distribuire la ricchezza prodotta.

3. Per una Città a dimensione dei più deboli

Guardare la città con gli occhi dei bambini o dei diversamente abili o comunque delle persone che hanno diritti in qualunque modo affievoliti ci permette di capire quante barriere non solo architettoniche sono ancora presenti e quante e quali difficoltà si vivono ogni giorno, ci permette di intervenire sull'organizzazione urbana in modo da tutelare il diritto ad una mobilità dolce, ad un ambiente sano, a spazi di incontro e di gioco, ad occasioni di formazione e di svago.
Dare vita ad una politica vicina ai cittadini, ad una politica assieme ai cittadini, significa prima di tutto dedicare particolare attenzione ai bisogni delle cosiddette "fasce deboli" (prima e seconda infanzia, persone disabili, anziani, migranti) realizzando una rete di servizi di significativa qualità nel tentativo di rispondere al meglio ai bisogni sempre più articolati che da esse emergono.

In quest'ottica l'obiettivo dev'essere duplice:

- da una parte si deve lavorare per costruire una città nella quale sia possibile essere "semplicemente" bambini, anziani, donne, famiglie, giovani, stranieri, studenti, disabili. Una città nella quale i diritti possano essere semplicemente esercitati, non rivendicati; una città nella quale sia piacevole e possibile vivere; una città nella quale le opportunità siano distribuite in maniera equa;
- dall'altra si deve costruire il profilo della città futura: una città che riorganizza il proprio territorio, lo difende e lo valorizza; una città che esplora nuove opportunità; una città che cerca di crescere e di aprirsi a nuove relazioni ed a nuovi scenari, una città che sappia comporre le sempre possibili forme di conflittualità interna, a partire da quelle rinfocolate ad arte tra i diversi gruppi di potere
- .
4. Per un Comune che si riappropri della sua funzione sociale

La scelta di fondo cui dovrà ispirarsi il Comune di Oria dovrà essere quella di riappropriarsi della suo ruolo di primo attore in relazione ai servizi socio-assistenziali, prima di tutto abbandonando la logica della esternalizzazione, dicendo invece un no secco a qualsiasi forma anche nascosta di privatizzazione dei servizi sociali essenziali

È ormai svanito il mito del "privato è bello" che velandosi dietro il concetto della sussidiarietà, ha in parte ispirato le politiche di questi ultimi anni dei servizi sociali e di fatto ha comportato un graduale abbandono dell'intervento pubblico nei servìzi socio-assistenziali, delegandoli a soggetti terzi.
Qualità della vita, sicurezza, tutela della salute e dell'ambiente, promozione sociale, integrazione e solidarietà sono sentiti come bisogni e valori fondamentali e riconosciuti come diritti etico-sociali a tutti i cittadini.. L'ente comunale dovrà impegnarsi ad elevare gli standard di tutela di questi diritti, garantendo l'accesso ai servizi al maggior numero di persone, soprattutto a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà e di svantaggio. Tutte le iniziative e le attività del Comune dovranno avere come obiettivo quello di contribuire al superamento delle disuguaglianze sociali e al riconoscimento a tutte le persone della "cittadinanza attiva" fondata sull'equità e sulla solidarietà.

Linee programmatiche: le idee, le proposte, gli obiettivi

Specialmente dopo tante esperienze di programmi farsa, con tante promesse mai mantenute, è difficile pensare che il voto sia determinato dagli impegni contenuti in un programma elettorale: il voto si fonda invece sulla fiducia nella formazione politica che lo presenta e negli uomini che esprime e propone, una fiducia che deriva dalla sua storia, dagli atti che ha già compiuto, dalla sua collocazione di fatto di fronte a problemi e scelte già avvenute e conosciute.
Non solo per realismo, ma per metodo, l'esposizione del nostro programma amministrativo vuole perciò essere soprattutto un'occasione per dare sia a noi che all'elettorato obiettivi che rispondano alle principali necessità della nostra città, obiettivi per i quali l'elettorato dovrà mobilitarsi quale che sia l'esito delle consultazioni.

Si riportano, pertanto, a titolo esemplificativo alcuni di questi obiettivi programmatici:

1. Politiche sociali

Sotto la spinta delle politiche neoliberiste si è avviata nel nostro Paese e anche nella nostra provincia e nella nostra stessa città una profonda ristrutturazione delle classi sociali. La ricchezza si accumula in una fascia di popolazione sempre più elitaria, mentre per converso la classe media si assottiglia e tende, in misura sempre maggiore, a scivolare in una condizione di povertà.
In questo scenario si registra una minore integrazione sociale, minore capacità delle famiglie di farsi direttamente carico di una serie di problematiche che fino a poco tempo fa venivano risolte all'interno, su tutti il problema degli anziani. Forme di precarizzazione del lavoro e le difficoltà relative agli aumenti degli affitti hanno pesanti ricadute sugli equilibri economici, sociali e relazionali delle famiglie. Tutto ciò contribuisce a far crescere e alimentare un senso di insicurezza nei cittadini.
Di fronte a questa situazione il Comune, che è lasciato sempre più solo (rispetto ad altri livelli istituzionali) nella realizzazione di un sistema di garanzie e servizi alla persona, dev'essere chiamato ad uno sforzo straordinario per sostenere le politiche sociali e il rilancio di una sfida che richiede un grande impegno e la ricerca di soluzioni nuove che salvaguardino le esperienze maturate, ma che nello stesso tempo siano in grado di leggere e interpretare i nuovi bisogni.
I principi guida che dovranno ispirare la politica sociale saranno:
- la centralità del territorio, nella progettazione ed erogazione dei servizi; questo rappresenta un tassello essenziale nella realizzazione del modello sociale comunale.
- la rapidità della risposta ai bisogni, poiché i tempi di attesa costituiscono di per sé un ulteriore danno;
- la qualificazione della spesa pubblica sociale: controllo a priori sull'andamento della spesa, sul conseguimento dei risultati prefissati e sulla "bontà" e sostenibilità della gestione;
- ma soprattutto la centralità della domanda (e non dell'offerta) a cui vanno riconosciuti alcuni diritti fondamentali e irrinunciabili, la cui tutela spetta senza residui all'ente pubblico e ai suoi compiti non delegabili: il diritto ad essere inclusi nei circuiti di protezione e di garanzia; il diritto di esigere e di giudicare la qualità dei servizi e delle prestazioni.
Ma mettere al centro la domanda significa superare una concezione datata di politica sociale nel suo significato esclusivamente assistenziale e assumere il punto di vista di quello che è stato definito del "comune sociale", che consiste nel considerare l'impatto sociale (vale a dire le conseguenze sulla qualità della vita delle persone) delle decisioni adottate in altri settori: dalla mobilità all'urbanistica, dalla sicurezza ai servizi all'infanzia, dall'istruzione allo sport, dalla casa all'uso del tempo libero.

2. Politiche della salute

È necessario rimettere al centro della politica sanitaria provinciale e comunale la qualità delle prestazioni, mantenendo e rafforzando il carattere pubblico dei servizi sanitari, assicurando l'equità e la globalità delle prestazioni.
La sanità e i vari servizi sociali (servizi a domicilio, anche sanitari, servizi contro la non autosufficienza, case di riposo, Residenze Sanitarie Assistite, centri diurni per disabili, centri per affetti dal morbo di Alzheimer eccetera) vanno intesi come necessità sociali e non come servizi individuali a pagamento.
Il Comune dovrà altresì dotarsi di un qualificato sistema di servizi e prestazioni ad alta integrazione socio-sanitaria in grado di rispondere ai bisogni assistenziali e sanitari complessi, sia dei soggetti disabili, sia delle persone anziane.
Fondamentale sarà, in questo ottica, rafforzare il ruolo di indirizzo e di controllo delle politiche socio-sanitarie da parte del Comune, in modo da sostituire alla frammentarietà degli interventi una significativa capacità progettuale, in grado di integrare i contributi delle diverse istituzioni, del mondo del volontariato, dando vita ad un efficace sistema integrato dei servizi.
Proprio perciò l'Amministrazione Comunale dovrà andare ad una chiara e puntuale ridefinizione dei rapporti con l'ASL richiamandola, tra l'altro, ad assumersi piena responsabilità in termini di co-finanziamento degli interventi in particolare per ciò che riguarda il convenzionamento per tutti i soggetti non autosufficienti ad alto carico sanitario ospitati nelle case di riposo al fine di ripristinare il "diritto alla salute" di tutti i cittadini che per legge va garantito dal S.S.N. .

3. Politiche economiche e del lavoro

Il quadro di riferimento dell'economia nazionale si presenta con caratteri gravemente regressivi. Le conseguenze si fanno sentire anche in Puglia ma soprattutto nella nostra Provincia e nel nostro Comune in termini di un altissimo tasso di discoccupazione, della assoluta precarizzazione del lavoro, di aumento del costo della vita, della condizione di disagio di molte famiglie e di singoli.
Di fronte a questi scenari il Comune, nell'ambito delle proprie competenze, deve essere soggetto attivo di una politica di programmazione e di sostegno finalizzata alle attività economiche che possono essere colpite dalla crisi, volta a non disperdere il patrimonio tecnico e professionale delle realtà produttive della nostra realtà locale.
Più incisive e qualificate dovranno essere le iniziative comunali sul futuro della zona industriale di Oria trasformata negli ultimi dieci anni dall’incuria del Centrodestra in una grande discarica abusiva all’aperto.
L'impegno della nuova Amministrazione dovrà, altresì, essere finalizzato a promuovere una politica che in collaborazione con le organizzazioni degli artigiani e degli industriali sostenga processi di innovazione e di certificazione delle produzioni anche attraverso interventi mirati a creare condizioni e strutture che sostengano le imprese in un percorso volto alla qualità dei prodotti e alla qualità dei processi. Produrre alta innovazione e qualità, soprattutto nella tecnologia e sviluppare servizi di eccellenza a favore dei cittadini, sarà questione strategica dei prossimi anni nel campo dello sviluppo economico.
Fondamentale, in questo senso, sarà la valorizzazione delle risorse umane e del lavoro nella grande consapevolezza che la scommessa fondamentale sarà sui saperi e sulla formazione continua. Occorrerà dunque mettere il lavoro, in tutte le sue diverse espressioni, al centro dell'azione dell'amministrazione comunale, rafforzando, tra l'altro, tutte le iniziative già in atto per integrare di più, ma senza appiattimenti, il mondo dell'economia e con quello della scuola, della formazione professionale e dell'università.
Il Comune dovrà essere al fianco dei lavoratori nel puntare, tra l'altro, sulla formazione di organici il più possibile stabili che consentano la formazione di un patrimonio di esperienza e di conoscenza dei dipendenti. La pubblica amministrazione può svolgere una funzione importante in questo senso anche e proprio nel suo ruolo di datore di lavoro.
Attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria e sindacali, promovendo un confronto serrato ed attivandosi, per quanto di sua competenza, al fine di ricercare finanziamenti dalle altre strutture istituzionali Provincia, Regione, Stato e Unione Europea) il Comune dovrà dare un suo specifico contributo volto a definire le linee di un nuovo sviluppo cittadino, che potrà avere nella convocazione, in tempi rapidi, di una Conferenza sul lavoro con a tema la "buona" occupazione una sua prima delineazione.

4. Politiche della viabilità

Prima di tutto bisogna capire se il piano della viabilità approvato dal Consiglio Comunale ma non attuato dal Centrodestra debba essere profondamente rivisto o addirittura disapplicato.
Bisogna cambiare ottica ed impedire che la città, i cui traffici e le cui attività sono aumentati, possa "implodere" in determinate ore e giorni della settimana.
È indubbio che i nodi dell'accessibilità e della mobilità in quanto tale rappresentino un problema di difficile risoluzione, ma il forte malcontento che si è creato tra i nostri concittadini e tra le persone che quotidianamente arrivano a Oria per motivi di turismo, di lavoro, o per l'accesso ai servizi della città, è segno inequivocabile della necessità di modificare un'impostazione che ha portato a risultati fallimentari.
Basta con la politica dei segnali stradali che vengono messi e tolti dalla mattina alla sera, sembra che l’unico scopo di certe iniziative di certe ordinanza sia stato solo quello di spendere soldi in inutili segnali stradali.
Basta con la politica degli autovelox , trappole usate per tassare indirettamente i cittadini in zone e luoghi dove non si sono mai verificati incidenti stradali

5. Politiche di bilancio

Parlare del bilancio comunale significa interrogarsi sulle regole e sulla relazione che esiste tra le risorse ed i bisogni della comunità. Riportando questa riflessione nella nostra realtà, è necessario che il bilancio comunale preveda strategie di medio e lungo periodo. La situazione economica di Oria è assolutamente negativa ed il bilancio comunale fa acqua da tutte le parti, la spesa pubblica è fuori da ogni controllo a causa della disastrosa politica degli affidamenti all’esterno di numerosi servizi comunali, di incarichi esterni a forestieri superpagati, di un proliferare di inutili e incontrollati contenziosi che hanno visto sistematicamente il Comune di Oria, difeso in prevalenza da legali forestieri, soccombere
Per dar corpo ad un'azione di governo che controlli e sviluppi il Bilancio è necessario dotarsi di un forte progetto che identifichi percorsi specifici per gli investimenti e si ponga l'obiettivo di tenere sotto stretto controllo le spese di parte corrente e finanziare le spese in conto capitale senza ricorrere ad accensione di nuovi mutui; il tutto qualificato da criteri di partecipazione, condivisione e trasparenza.
Lo stesso progetto dovrà prevedere e ricercare nuovi strumenti di coinvolgimento e responsabilizzazione dei cittadini, nonché elementi innovativi quali il "bilancio sociale" (non solo obblighi contabili ma indirizzi sociali da raggiungere) e quello "ambientale" (che dovrà accompagnare ogni progetto di opera pubblica) in cui sarà visibile il patto generazionale.
Si dovrà altresì studiare le modalità attraverso le quali sperimentare forme di "bilancio partecipato", una pratica che consente ai cittadini di diventare attori che propongono e creano politiche pubbliche e decisioni di governo rilevanti per il futuro della città in cui vivono e lavorano. Una pratica che, realizzandosi attraverso assemblee e incontri aperti in cui la popolazione ha la possibilità di decidere dove e come investire i soldi del Comune, potrebbe dare concretezza e visibilità di risultati alle proposte e alle indicazioni della cittadinanza, dare risposte efficaci che vadano a incidere sui bisogni reali della società, stimolare processi che aumentino la partecipazione alla vita politica cittadina.

- introduzione del "bilancio di mandato" per gli investimenti. Una visione quinquennale d'intervento in cui si abbia l'orizzonte dell'area vasta, si abbatta l'attuale livello d'indebitamento per liberare risorse oggi vincolate;
- promozione di un'azione amministrativa che incentivi e rilanci l'economia oritana grazie agli attori locali e di rete;
- razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse;
- ratifica di una politica fiscale mirata e monitorata per evitare l'evasione;
- Attuazione di una politica fiscale attenta alle esigenze dei nuclei familiari tenendo quindi conto di parametri non solo economici ma sociali (numero dei componenti, presenza di soggetti deboli);
- Abolizione delle aliquote ICI per la prima casa che deve essere considerata un bene vitale e che va dunque salvaguardata..

6. Politiche della famiglia

La famiglia deve essere messa al centro dell'agenda politica, ma certo non la si aiuta perseguendo la logica dei contributi-beneficenza elargiti per di più a pioggia. L'aiuto reale alle famiglie – tutte: fondate sul matrimonio o sulla semplice convivenza stabile - lo si dà fornendo servizi qualificati sia per i figli (in particolare asili nidi, necessari principalmente per una equilibrata formazione dei bambini, a costi accessibili) sia per gli anziani e gli inabili (servizi di assistenza domiciliare sia curativa che riabilitativa e anche di semplice aiuto per anziani soli, centri diurni, residenze sanitarie assistite per ricoveri temporanei, case di riposo, centri specializzati per affetti da morbo di Alzheimer ecc.). Obiettivo prioritario dell'agenda politica e amministrativa per i prossimi anni dovrà dunque essere quello del rafforzamento della trasversalità delle politiche per le famiglie, in risposta ad esigenze plurime e mutevoli che caratterizzano la stratificazione sociale odierna.

7. Politiche contro il carovita

Il carovita sta determinando un crescente malessere sociale, che colpisce non più solo i ceti più disagiati, ma anche larghe fasce di lavoratori e di ceto medio. Il Comune, nell'ambito delle sue competenze, deve farsi promotrice di un protocollo d'intesa tra tutte le istituzioni locali per monitorare in modo più adeguato la dinamica dei prezzi ed intensificare i controlli contro le speculazioni. A questo primo segnale dovrebbe seguire una politica dei servizi pubblici atta a contenere gli aumenti tariffari ed una politica dei rinnovi contrattuali tesa a garantire l'effettivo recupero del reale potere d'acquisto dei salari e tale da indurre anche il settore privato locale a seguire lo stesso percorso.

8. Politiche per la casa

Il bisogno abitativo è un diritto primario che la collettività deve garantire a tutti i cittadini. Per cercare di risolvere il fabbisogno-casa ed impedire la lievitazione del costo degli immobili, occorre da un lato potenziare l'edilizia pubblica, rendendola concorrenziale a quella privata e dall'altro svolgere una funzione calmieratrice nel mercato degli affitti, con la messa a disposizione di un numero di alloggi a canone sociale, tale non solo da essere funzionale a tamponare le situazioni d'emergenza, ma anche da assorbire una quota significativa della complessiva domanda di affitto. Occorre anche riqualificare i quartieri più disagiati e dare un forte impulso ed incentivo alla edilizia popolare.

9. Politiche per la donna

La scarsa presenza femminile nelle istituzioni, sebbene fondamentale sia l'importanza della donna nella società, le difficoltà che incontra nel trovare lavoro e spesso nel mantenerlo, i disagi crescenti che le lavoratrici incontrano nell'affrontare il problema dei tempi, degli orari e dell'organizzazione del lavoro, richiedono un profondo ripensamento della condizione femminile ed impongono di pensare ed avviare politiche diverse da quelle fin qui concepite, capaci di comprendere e far agire le tante differenze senza cadere nella trappola della omologazione e del verticismo decisionista che annulla gli spazi della rappresentanza democratica.
In particolare è necessario mettere in atto misure che rendano accessibili servizi che alleviino il lavoro familiare, ne favoriscano una più equa distribuzione e comportino una organizzazione sociale del lavoro grazie alla quale i tempi ed i ritmi delle città e dei possano cambiare in relazione alle esigenze di chi ci vive, in modo tale da permettere di conciliare impegni familiari e di lavoro.

10. Politica scolastica e formativa

La controriforma approvata dal centrodestra, relativamente al sistema scolastico e formativo, tende a configurare il cosiddetto sistema dei quattro quinti dove solo circa un quinto della popolazione giovanile fruirebbe di un'istruzione di alta qualità (dalla scuola dell'infanzia fino all'università) mentre la generalità dei giovani (quattro quinti, appunto) potrebbe fruire di una scuola pubblica sempre più dequalificata.
Il Comune deve sollecitare la Giunta provinciale ad utilizzare la competenza provinciale sulla scuola per difendere e anzi potenziare la scuola pubblica (quella di proprietà pubblica, statale, non anche quella privata considerata surrettiziamente "pubblica" perché formalmente aperta a tutti): una scuola che deve essere laica e pluralista, che dia ai giovani le conoscenze e la capacità. di ragionamento necessarie per capire la realtà in cui vivono. No quindi a finanziamenti diretti o indiretti (attraverso "aiuti alle famiglie" per pagare le rette o altri sotterfugi) alle scuole private. Le misure per garantire il diritto allo studio devono riguardare tutti gli studenti che si trovino in particolari condizioni.

11. Politiche per gli asili nido

Gli asili nido non sono considerati "scuola" perché – anacronisticamente o forse solo per risparmiare soldi – si pensa che a quell'età i bambini non abbiano da apprendere niente che non possa essere acquisito in famiglia. Per questo i nidi sono considerati più come "servizi alla famiglia" che vere e proprie strutture necessarie per lo sviluppo dei bambini, e il loro costo viene quindi messo in gran parte a carico delle famiglie. In realtà, se è vero che il ruolo della famiglia è insostituibile (ma è insostituibile a tutte le età, non solo nei primi anni di vita), è anche vero che il bambino ha bisogno di esperienze – di conoscenza di altre persone, di socializzazione con altri bambini ecc. – che favoriscono il formarsi di una coscienza sociale che nella sola famiglia odierna difficilmente può avere. È per questo che l’asilo nido a gestione pubblica va privilegiato in modo da poter accogliere tutti i bambini, anche quelli che potrebbero essere tenuti a casa, e il loro costo dovrebbe essere considerato "spesa sociale necessaria" come le altre scuole, le strade, il servizio sanitario, i vigili del fuoco eccetera e coperto più con entrate di natura fiscale (a carico di tutti cioè) che con "partecipazioni alla spesa" da parte delle famiglie. Questo è oltretutto, come già detto, un modo reale di aiutare le famiglie. Consideriamo invece improprio e antitetico al servizio di asilo nido il ricorso a strutture private, in quanto riteniamo che si rischi di disperdere proprio quella funzione educativa che svolgono le operatrici dei nidi.

12. Politiche culturali

La nostra città, già per la sua stessa collocazione ed i suoi gemellaggi, deve essere un permanente momento di incontro tra culture diverse, italiana, tedesca e non solo, per dare un solido contributo alla pace, alla convivenza e alla comprensione fra i popoli.
Il Comune deve essere l'istituzione che, lungi dall'essere passiva erogatrice di risorse, debba farsi promotrice attiva della cultura della pace, del lavoro, della conoscenza reciproca fra i popoli; non solo sostenitrice delle varie realtà culturali e delle strutture più larghe e attive presenti sul territorio comunale, ma anche attrice di una politica di sviluppo e crescita di nuove realtà che comportino l'acquisizione di competenze interculturali.
Fra i capisaldi della politica culturale per la prossima legislatura che verrebbe offerta a nomi di indiscusso prestigio della cultura locale va però precisato il significato che si intende attribuire al ruolo del Comune: un ruolo di natura regolatoria e non finalistica né gestionale. Non si tratta solo di rispettare ed anzi di tutelare la libertà delle forme associative, evitando di presidiare la composizione dei consigli di amministrazione e degli organismi direttivi, ma di fissare scenari la cui attuazione venga affidata alla responsabile e competente autonomia degli enti e sulla quale esercitare l'attività di indirizzo e di controllo che spetta, per legge, alla municipalità e appartiene alla dimensione non delegabile della funzione pubblica.
In quest'ottica, infine, ci si opporrà con forza e si intenderà stroncare la vecchia ma ancora viva politica di sostegno a circoli pseudo-culturali che hanno come unico scopo quello di organizzare il consenso di parte. Si opererà, invece, per una ripartizione delle risorse comunali basata su principi di trasparenza ed equità.

13. Politiche dello sport

Occuparsi di sport, è fondamentale perché lo sport è, e sarà, sempre più importante per una migliore qualità della vita e per la salute del cittadino. Sport è lotta contro ogni forma di esclusione; è educazione alla socialità e alla pratica motoria dall'infanzia alla terza età. L'Amministrazione Comunale dovrà cercare di valorizzare la pratica sportiva diffusa ed a tutti i livelli (dilettantistico ed amatoriale e professionistico) con particolare riguardo ai cosiddetti "sport minori" e sport per i disabili.
È necessario attivare costanti collegamenti con le scuole come canali informativi per promuovere le attività sportive anche fuori dell'ambito scolastico. Creare ulteriori percorsi salute e spazi attrezzati per attività sportive libere all'interno dei parchi sia già esistenti che in costruzione..
Oltre a ciò è necessario predisporre un programma globale volto a migliorare la qualificazione di tutti gli operatori sportivi (tecnici, dirigenti, volontari) attraverso corsi di formazione sugli aspetti psicopedagogici, di amministrazione, di marketing sportivo, di medicina sportiva e altro ancora.
Alla concezione promozionale dello sport dovranno ispirarsi i criteri per la gestione e l'utilizzo degli impianti sportivi e per la tutela delle forme di sostegno alle associazioni e al volontariato sportivo. Poichè la città non disponga di sufficienti impianti sportivi sarà infatti necessario prevedere una razionalizzazione della gestione degli impianti stessi, garantendo la possibilità di fornire risposte adeguate a quelle discipline minori che non sempre trovano ancora adeguati spazi.

14. Politiche giovanili

I problemi delle nuove generazioni sono talvolta portati al centro del dibattito delle forze politiche che, da un canto, registrano vaste aree di distacco dalla politica, dall'altro, si trovano di fronte ad imponenti manifestazioni giovanili che chiedono un mondo diverso e migliore e pongono all'ordine del giorno la questione del cambiamento.
In realtà la gioventù si trova ad affrontare molte condizioni di disagio, incontra difficoltà nei processi formativi, nell'inserimento nel mondo del lavoro, negli sforzi per organizzare il proprio futuro e nello stesso tempo esprime aspirazioni e valori ideali di grande significato (pace, uguaglianza, libertà, lotta contro le discriminazioni, solidarietà tra individui e tra i popoli, lotta contro la fame e lo sfruttamento, difesa dell'ambiente, esigenza di sviluppo compatibile etc.) che vengono contraddetti o negati dalla globalizzazione capitalistica.
Il Comune non può estraniarsi da questi problemi. I giovani vanno riconosciuti come soggetto sociale, non esclusivamente come generico problema da affrontare. L'istituzione deve promuovere e moltiplicare le occasioni di dialogo con questa realtà sociale, partendo dalle sue esigenze, dal riconoscimento delle sue specificità e delle sue potenzialità.
L'investimento sui giovani è un investimento per il futuro ed una positiva ipoteca verso il superamento dell'attuale drammatica condizione di solitudine, disincanto e sradicamento dei giovani, che ne comprime la creatività e penalizza le prospettive tanto sul piano della realizzazione materiale come su quello della realizzazione culturale e della cittadinanza.
Le politiche per i giovani dovranno perciò comportare una sorta di mutazione che potremmo definire genetica, assumendo una concezione positiva della condizione giovanile e rafforzando le forme di sostegno al protagonismo dei ragazzi e, con esso, le occasioni di espressione della creatività e i rapporti con la domanda e con i soggetti del territorio.
Sarà necessario sia promuovere le iniziative che aggreghino i giovani alla pari che quelle con non più giovani o anziani in attività sportive, culturali, ricreative ecc., sia predisporre spazi e luoghi di aggregazione gestiti dai giovani autonomamente, organizzati al di fuori delle logiche mercantili e finalizzati ad una socializzazione critica e solidale. Anche in questo caso però, tenuto conto delle iniziative già in atto, ma quelli esistenti e che hanno operato grazie a logiche famigliari in questi anni non devono essere incanalati nella logica dell'organizzazione del consenso di parte.

15. Politiche ambientali

Negli ultimi anni è fortemente cresciuta la cultura ambientale e la consapevolezza che una città a misura d'uomo è quella che mette al primo posto gli spazi destinati al verde ed alla socializzazione e che educa gli individui a proteggere il verde e il territorio mediante comportamenti e azioni responsabili.
L'Amministrazione comunale - oltre a favorire l'affermarsi di una autentica cultura dell'ambiente – si dovrà impegnare ad attuare una serie di interventi che consentano di perseguire un duplice obiettivo: la tutela dei valori ambientali e l'attuazione di uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale.
Per perseguire tali obiettivi l'impegno dell'Amministrazione dovrà essere rivolto all'elaborazione di un piano di azione ambientale che integri, assieme a rapporti periodici sullo stato dell'ambiente, quanto già predisposto attualmente.
L'orientamento tendenziale dovrà essere verso una "città a emissione zero", con un impegno vincolante a proseguire con determinazione verso un incremento della capacità di differenziare i rifiuti (senza pero ignorare che le campagne e le zone periferiche di Oria sono invasi da montagne di rifiuti per l’incuria del centrodestra e la mancanza di controlli sui cittadini e sulla Monteco) verso una diminuzione della produzione di emissioni inquinanti, verso soluzioni accettabili del trattamento delle quote residuali, respingendo una politica dei rifiuti che risolva tutto con l'incenerimento
Ma per far ciò è necessario che il tema ambientale non abbia più una trattazione residuale, che porta inevitabilmente alla settorialità di approccio, e venga invece affrontato, in quanto elemento essenziale, in stretta correlazione con le politiche territoriali, economiche, sociali, culturali.
Da parte del Comune, tra l'altro, occorrerà ampliare il verde nel territorio urbano – aumentando ulteriormente le aree pedonali, gli spazi verdi e i parchi urbani – e soprattutto potenziare e garantire l’apertura di quelli esistenti come la Villa Comunale e Parco Montalbano che la sciagurata politica del centrodestra ha voluto chiudere in questi anni.

16. Politiche per l'assetto del territorio

Ogni cittadino ha il diritto di vivere in una Città fatta "su misura" per l'uomo. Il territorio (ambiente + aggregato sociale) è l'elemento di riferimento per un progetto di sviluppo della comunità. Affrontare il tema del governo del territorio per noi significa confrontarsi con una sorta di indice dello sviluppo umano: la qualità della vita urbana, la rete dei servizi, la rete di luoghi di incontro e relazioni, la capacità di una comunità di prendersi cura delle persone, di includere e non escludere innanzitutto chi ha più bisogno e meno voce.
Compito della nuova Amministrazione dovrà essere quello di esplicitare e descrivere i valori costitutivi del patrimonio territoriale locale nelle sue componenti ambientali, urbanistiche, economiche al fine di puntare a costruire "una Città più giusta" attraverso una politica attenta alla cura della qualità urbana per almeno inizialmente mitigare la marginalità sociale laddove è più forte.
L’approvazione del PRG adottato dall’Amministrazione Ardito, revocato dal centrodestra di Moretto e Ferretti per favorire le rendite e le speculazioni, sarà il primo impegno da perseguire nel primo anno di vita.

17. Politiche per i Rioni e decentramento

La "Oria del futuro" che abbiamo in mente è una città in cui i Rioni non siano più sentiti solo come impegnati nella organizzazione del Torneo dei Rioni poichè riteniamo che la dimensione circoscrizionale sia la più adatta per interpretare i bisogni, per organizzare risposte adeguate, per stimolare e per sostenere la responsabilità sociale delle associazioni e dei gruppi informali. A partire da quel contesto sarà possibile rafforzare un presidio distribuito e svolgere una funzione compiuta di segretariato sociale e, in genere, quelle funzioni (analisi dei bisogni, attivazione di reti, avvio di progettualità integrate) che appartengono ad una fase evoluta delle politiche sociali della città.
Del resto lo sviluppo della pratica democratica, il riconoscimento dei luoghi della partecipazione e la valorizzazione delle modalità di impegno diretto dei cittadini sono punti basilari sui quali vogliamo impegnarci. Riteniamo infatti che non siano un lusso, bensì la condizione necessaria e indispensabile su cui si costruisce una effettiva crescita della città, non legata a semplici interventi di abbellimento, ma avvertita in profondità e fatta propria dal numero più ampio possibile dei cittadini.
Ma per dare applicazione alle forme di partecipazione per tutti i cittadini attraverso i Rioni, dobbiamo finalmente concretizzare quello che è espressamente previsto nello Statuto per delegare ai Rioni, ed ai loro capitani eletti direttamente a suffragio universale, una serie di competenze riguardanti i servizi alla persona e quelli culturali, la realizzazione e la cura del verde e delle strutture pubbliche, la sistemazione della viabilità, la promozione della sicurezza.
A questo scopo non soltanto sono da prevedere decisioni specifiche, ma, soprattutto, è necessario creare un sistema che decentri ai Rioni, assieme ai poteri, anche maggiori risorse umane e finanziarie per rendere concreta la possibilità di incidere positivamente nella vita del quartiere.

18. Organizzazione politica ed amministrativa comunale

La difesa e lo sviluppo della democrazia va inteso non come formalismo burocratico ma come rapporto vivo e continuo sia con le espressioni organizzate della società sia con quelle che meno riescono a farsi sentire.
L'azione del governo comunale dovrà essere improntata all'imparzialità, al rigore, alla collegialità ed al principio di trasparenza. Essa dovrà fondarsi sulla promozione in ogni campo della partecipazione dei cittadini e delle cittadine alla gestione della cosa pubblica.
Gli assessorati non dovranno più operare secondo il criterio della compartimentazione più o meno stagna, dell'accumulo burocratico di funzioni, dei favoritismi e della sempre possibile gestione clientelare. Essi da centri di gestione del consenso elettorale, dovranno cambiare, in centri di stimolo e sviluppo, coordinamento ed indirizzo, per l'economia e la socialità comunale..
Nelle nomine dovrà valere il principio della competenza e della capacità rifuggendo dal metodo della spartizione e dell'accaparramento delle posizioni di potere.
Per quanto riguarda l'amministrazione comunale, l'idea di fondo è quella di mettere il cittadino al centro del significato e dei modi dell'agire amministrativo.
Il necessario miglioramento del rapporto con i cittadini si realizza, inoltre, con la semplificazione degli adempimenti, l'estensione dell'uso dell'autocertificazione e delle tecnologie dell'informazione, per migliorare la comunicazione e il servizio.
Occorrerà in tal direzione estendere e completare la messa in rete di tutti i servizi comunali, puntando decisamente sull'utilizzo delle nuove tecnologie (posta elettronica, video comunicazione, etc.), non dimenticando però chi non ha la possibilità di accedere a tali tecnologie. i.
A monte di qualunque scelta organizzativa, è naturalmente necessario individuare un assetto istituzionale che preveda una reale corrispondenza tra funzioni esercitate, personale impiegato, risorse e strutture disponibili affinché il conferimento sia effettivo ed efficace.
In questo senso è possibile ripensare anche la stessa funzione della struttura comunale che dovrà sempre più caratterizzarsi in termini di nuova capacità di lettura della realtà, riorganizzando funzioni, ruoli e compiti della struttura amministrativa secondo i criteri della programmazione continua e della progettualità per obiettivi.
A tale fine riteniamo necessario:
- Praticare con rigore il metodo della periodica verifica dei risultati raggiunti rispetto agli obbiettivi dati, con chiara individuazione dei livelli di responsabilità;
- Ricercare e garantire, sotto la guida del Sindaco, un fattivo rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio Comunale, nonché l'attività collegiale della Giunta stessa;
- Ricercare e garantire, sotto la guida del Presidente, il ruolo di organo politico di indirizzo e di controllo del Consiglio Comunale; intensificare il rapporto con le Rioni, attuando uno scambio basato sul loro coinvolgimento periodico;
- Assegnare ruolo strategico alla definizione di percorsi formativi e di riqualificazione del personale per incrementare la capacità di risposta ai bisogni e alle esigenze dei cittadini;
- Valorizzare le potenzialità e le professionalità del personale, anche attraverso un processo mirato e qualificante dello strumento della rotazione, a partire dalle posizioni organizzative
- Istituire un servizio finalizzato alla raccolta e all'aggiornamento dei dati in materia di normativa comunitaria, nonché all'individuazione dei criteri di accesso e di utilizzo dei fondi comunitari e a tutte le forme di co-finanziamento previste dalle normative provinciali, regionali e nazionali.
Per quanto riguarda l'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico, la sfida è quella di una sua istituzione in vista dell'integrazione dei servizi informativi della città, dal momento che allo sportello municipale si rivolgono cittadini che chiedono, legittimamente, un'unica interfaccia per l'accesso alle informazioni sui servizi pubblici e di interesse generale; la nostra idea di InformaCittà è quella di una funzione alla quale il cittadino possa rivolgersi per accedere al "valore d'uso" della città senza dover preventivamente acquisire la complessa e frammentata geografia delle competenze degli enti pubblici.



Appello finale : un voto a Sinistra per una Sinistra Unita nell’interesse della nostra Città

Gli obiettivi della Sinistra Unita nascono da profonde esigenze della Città di Oria dai bisogni più sentiti della cittadinanza tutta, dagli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle/degli intellettuali, dei giovani, a cui occorre garantire un avvenire di pace, di serenità e di benessere, un futuro aperto alla comprensione ed alla solidarietà con gli altri popoli.

Gli uomini e le donne della Sinistra Unita non affidano queste speranze soltanto all'elaborazione di proposte e di progetti magari destinati a restare sulla carta ma si battono ogni giorno per sostenerli a fianco della parte più attenta e sollecita della popolazione, mobilitata in tante lotte, ed opera politicamente per raggiungere rapporti fra i partiti democratici che consentano di rendere possibile la loro realizzazione.

Ma, tanto più consistente sarà il voto a sinistra, tanto più forti saranno le ragioni delle classi lavoratrici e della parte progressista del nostro popolo.

Tanto più forte sarà l’unità della sinistra tanto più le azioni di governo della città non potranno non tenere in conto delle istanze delle cittadine e dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori, della parte socialmente più esposta della popolazione.

Per accelerare questo processo noi chiediamo a tutti gli uomini ed alle donne che hanno conosciuto l'impegno, lo spirito di sacrificio, la grandezza degli uomini e delle donne della sinistra, ai giovani che sentono l'esigenza di un mondo diverso e più unito, di aiutarci, di stare con noi nella battaglia elettorale.

Chiediamo un voto anche per stimolare la rinascita di un forte centro-sinistra che non si svegli solo alla vigilia di ogni elezione, che sappia aprire una prospettiva diversa in città e sappia far voltare pagina alla Provincia ed in prospettiva al Paese e lo sappia riavviare sulla strada del progresso e della Democrazia.

Un voto dato alla Sinistra Unita è un voto per una forza seria, che saprà farlo valere, nell'interesse di tutti i lavoratori, della Città, della Provincia e del Paese.]


1 commenti:

Mi piacerebbe sapere se il segretario di SEL , quei candidati di SEL che pensano di "detenere" un pacchetto di voti" ed il responsabile provinciale Matarrelli (indebitamente candidatosi ad Oria)condividono o meno i principi di sinistra proposti con tanta chiarezza da Franco.
Salvatore Filotico

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