ORIA - L’emergenza immigrati si è un po’ placata nelle ultime ore. Le giornate trascorrono più tranquille. Il piazzale della stazione è ormai quasi sempre sgombero di fuggitivi, e le forze dell’ordine si concentrano nelle principali piazze per controllare che tutto proceda per il meglio. I problemi e le lamentele della popolazione, però, restano e dopo oltre dieci giorni di convivenza con gli ospiti del campo, emergono problemi di igiene e sicurezza pubbliche. I migranti, che spesso possiedono il permesso di uscire dalla tendopoli per poi ritornarvi a sera, continuano a frequentare il centro abitato per diverse ore, con tutte le conseguenze del caso.
ORIA - Oria è sprovvista di bagni pubblici – ce ne sono solo alcuni ma mal funzionanti nei pressi di piazza Lorch – e quindi i migranti sono costretti ad arrangiarsi alla meno peggio, liberandosi dai propri bisogni fisiologici nei locali pubblici, con gli esercenti che si lamentano, o più spesso all’aperto in prossimità delle abitazioni. Ciò che sorprende è come nessuno abbia pensato di posizionare per l’occasione di bagni chimici quantomeno nei punti nevralgici, in primis il piazzale della stazione e i principali spazi di aggregazione.
“L’altra notte – testimonia Angelo Tancredi – qualcuno orinava proprio in prossimità di Porta Manfredi, e mi è venuto il voltastomaco. Com’è possibile che nessuno pensi ad una soluzione?”. Le aiuole di piazza Lorch sono infestate di escrementi umani e l’olezzo, quando ci si avvicina, è notevole. Lo stesso si può dire del centro storico e del viale che conduce alla stazione ferroviaria, con i residenti che non ne possono più. La paura delle infezioni si aggiunge a quella più ampia e spesso ingiustificata per la stessa presenza dei nordafricani che, in attesa del permesso che consentirà loro di partire liberamente e di raggiungere l’estero, passano il tempo in giro per la città.
“Questa storia deve finire – sbotta una signora che abita in una villetta nei pressi della stazione -, non è una questione di razzismo, ma di sicurezza e igiene. Io sono costretta ogni mattina a lavare e cercare di disinfettare l’ingresso di casa: temo per la salute mia, di mio marito e dei miei figli. L’altro giorno uno di questi tunisini è stato ricoverato in ospedale perché aveva la scabbia, e chi mi dice che non ce ne siano altri con malattie simili o peggiori? Purtroppo provengono da lunghi spostamenti senza la possibilità di curare l’igiene personale. L’altra notte uno si è ferito con una lametta tentando il suicidio e nel piazzale della stazione sono rimasti per molto tempo dei fazzolettini impregnati di sangue. Come faccio io a stare tranquilla? Qualcuno prenda provvedimenti e al più presto perché non basta ammassare queste persone nelle tende e poi chi s’è visto s’è visto, bisogna fare in modo che stiano bene per non far stare male anche chi qui normalmente ci vive”.
È di un paio di sere addietro la notizia, comunicata da alcuni genitori, di alcuni migranti che si liberavano in prossimità della scuola dell’infanzia in via Virgilio, che di giorno è frequentata da centinaia di bambini dai tre ai cinque anni. L’emergenza immigrati, passata la xenofobia dei primi giorni, ora rischia di diventare un’emergenza igienico-sanitaria e giustamente i cittadini sono preoccupati. C’è bisogno d’intervenire prima che sia troppo tardi. Intanto, su richiesta del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, il Prefetto ha convocato per le 10 di oggi un Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.
Eliseo Zanzarelli
[da La Gazzetta del Mezzogiorno, ediz. Brindisi, 7 aprile 2011, pag. XII]
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