05/04/11

PROFUGHI, NONO GIORNO: SEMBRAVA UNA GIORNATA TRANQUILLA...


ORIA - Il nono giorno di convivenza con gli ospiti del centro d'accoglienza sembrava doversi registare come una giornata tranquilla, invece alla fine non lo è stato. In tarda serata ben tre tunisini hanno minacciato il suicidio: chi tagliandosi le vene, chi dandosi fuoco. Le forze dell'ordine non c'entrano nulla: causa scatenante di questi ennesimi gesti di autolesionismo sarebbero alcune informazioni date ai profughi via cellure direttamente dalla Tunisia, dopo la visita del premier Silvio Berlusconi: "L'Italia e la Tunisia hanno raggiunto l'accordo: vi rimpatriano tutti", è stato detto loro. Per fortuna che sul posto sono intervenuti i ragazzi del gruppo "Filia Mundi", carabinieri e polizia e le ambulanze, altrimenti si sarebbero registrate delle tragedie. I tentati suicidi se la caveranno. Un altro tunisino, sempre oggi, è stato ricoverato con febbre alta e sintomi che fanno pensare alla scabbia presso l'ospedale di Francavilla Fontana. Continuano, intanto, le proteste al Cai (centro accoglienza e identificazione), dove sempre più gente rifiuta il cibo e dorme all'esterno. I nordafricani - denunciano i cittadini di Oria - sono sempre più a proprio agio e nel week end, tra sbronze e zuffe tra di loro, si sono spinti a seguire e molestare alcune ragazzine. "Il problema è che non sono abituati ai costumi occidentali - dice un ragazzo che preferisce restare anonimo - e sono capacissimi di scambiare una minigonna e un sorriso per qualcosa di più, pretendendo ben altro...L'altro giorno poi, hanno scambiato Porta Manfredi per una latrina: dappertutto, falli, i tuoi bisogni, ma a Porta Manfredi no!". Questa sera, sempre presso la stazione, centro nevralgico dell'emergenza immigrazione, c'è stata bagarre. Racconta il nostro testimone: "I tunisini, che apprezzano la possibilità di acquistare liberamente alcolici - nel loro Paese non è esattamente così -, alzano volentieri il gomito e finiscono per esagerare creando disagio. Inveiscono contro le forze dell'ordine e litigano tra loro stessi, apparentemente per futili motivi. L'impressione è che si stiano pian piano ambientando, il che non è propriamente un'ottima cosa. Io mi chiedo: ma se fossimo noi in Tunisia, come saremmo trattati?". L'intolleranza comincia a far capolino, in questi discorsi e se - come recita il detto - dopo tre giorni l'ospite comincia a "puzzare", qui di giorni ne sono passati nove. Così, più di qualcuno non ci sta: "Stasera ho assistito a una scena che ha del grottesco: un tunisino in preda alla disperazione o ai fumi dell'alcol si è avventato contro tutto e tutti quelli che si è trovato davanti. Prima si è scagliato contro la polizia, poi si è messo a dare calci a una macchina di un ragazzo di Oria, infine a quella dei carabinieri. E volete sapere com'è andata a finire? L'hanno lasciato libero di andare via con i suoi connazionali, le forze dell'ordine hanno preferito fare finta di niente. Se la stessa cosa l'avesse fatta un italiano di sicuro a quest'ora sarebbe in manette. Vanno bene la tolleranza e la comprensione, ma a tutto c'è un limite, non possiamo sempre essere la barzelletta del mondo. Ci sono delle leggi? E allora vanno applicate sia con gli italiani che con gli stranieri, ché qua stiamo arrivando al paradosso!". Questo il pensiero di Daniele D. La convivenza forzata si fa tesa, e la trasmissione "Porta a porta" andata in onda sui Rai1 ci ha messo il resto. Il parallelo tra il campo di Mineo in Sicilia - una ex base Nato con strutture adeguate, una mensa da campus universitario e persino una ludoteca per i più piccini - e la tendopoli di Manduria (Oria) non regge. L'arroganza degli esponenti della Lega Nord è insopportabile, così come il fatto che la lettera scritta dai parlamentari di maggioranza a Berlusconi non sia stata firmata - paradosso nel paradosso - proprio da onorevoli e senatori locali (leggi QUI). La domanda, come avrebbe detto un celebre conduttore tivù, sorge spontanea: ma cosa ce li abbiamo a fare a Roma? Perché questi signori quando serve non ci sono mai? Perché i campi profughi sono soltanto al Centro-Sud, più Sud che Centro? Quesiti ai quali nessuno finora sa o vuole dare una risposta che sia una, e cresce la stima nei confronti dell'ex sottosegretario Alfredo Mantovano. "L'unico con gli attributi", riferiscono da sotto la stazione.

Eliseo Zanzarelli

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