05/11/10

ECOSISTEMA E RISCHIO IDROGEOLOGICO: 15 COMUNI DEL BRINDISINO TRA I 181 SEGNALATI DA LEGAMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE

Si è inaugurato nei giorni scorsi a Bari, con la presentazione del dossier “Ecosistema a rischio 2010” e delle attività previste nella tappa pugliese, Operazione Fiumi 2010. Si tratta della campagna nazionale di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile dedicata proprio alla prevenzione di frane e alluvioni.

La Puglia è da sempre sotto i riflettori di geologi ed esperti per il suo alto rischio idrogeologico. Sono, infatti, ben centottantuno i comuni da bollino rosso. Il nostro è un territorio fragile e vulnerabile, secondo il Piano di Assetto Idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia. Eppure i rischi effettivi per la Puglia sono stati fin’ora sottovalutati. Nel report del Ministero dell’Ambiente e dell’UPI realizzato nel 2003, infatti, solo 48 amministrazioni pugliesi venivano considerate considerava in pericolo di frana e/o alluvione.

Durante la conferenza stampa è proprio Paola Tartabini, Portavoce Operazione Fiumi, a sottolineare questo dato allarmante. A partecipare alla conferenza anche Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia, Fabiano Amati, Assessore alle Opere Pubbliche e Protezione Civile della Regione Puglia, Antonio Di Santo, Segretario generale Autorità di Bacino della Puglia e Lucilla Parisi, Vicesindaco del Comune di Roseto Valfortore.

“I nuovi dati del PAI danno l'idea dell’entità del pericolo di frane e alluvioni in Puglia – commenta Paola Tartabini, portavoce della campagna – sino a ieri ampiamente sottovalutata. Una svista che per anni non ha permesso di mettere i necessari vincoli idrogeologici all'urbanizzazione, indispensabili per garantire la piena sicurezza dei cittadini. In una regione così vulnerabile – prosegue Tartabini – è necessario da un lato rimettere le mani al pesante fardello urbanistico del passato, dall'altro realizzare un'attenta opera di manutenzione del territorio”.

Ma non finisce qui. A preoccupare sono anche altri dati: il 75% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frana, il 46% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, un altro 46% di municipalità ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con evidente rischio non solo per l'incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Ancora, nel 33% dei casi sono presenti in zone esposte a pericolo anche strutture sensibili, come scuole e ospedali, mentre le delocalizzazioni sono del tutto ferme.

Indispensabile dunque mantenere alto il livello di attenzione in Puglia. La Puglia è la nona tappa di Operazione Fiumi e la tre giorni pugliese della campagna è organizzata e realizzata in collaborazione con il Comune di Roseto Valfortore e con l’associazione Monti del Nibbio. La campagna itinerante di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile incontrerà nelle piazze i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie per spiegare, attraverso una mostra appositamente allestita e un percorso ludico-didattico, cosa fare per ridurre il pericolo di frane e alluvioni e come comportarsi correttamente per mettersi in salvo in caso di emergenza.

L’iniziativa, casualmente, si svolge proprio in questi giorni, in cui ricorre l’anniversario del terremoto di San Giuliano. Essere informati, mai come in questi casi, può salvare la vita. (Fonte: www.conversanoweb.com)

Dei 181 comuni pugliesi segnalati come a rischio 15 sono della provincia di Brindisi: Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Cisternino, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, Ostuni, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni, Torre S.Susanna, Villa Castelli. Ricordiamo che ad Oria in particolare in data 17.12.08 si verificò un violento nubifragio con gravi danni ad una segheria e a un deposito di generi alimentari ubicati sulla provinciale per Manduria, come documentato in questo video.


1 commenti:

di tutti questi comuni proprio per come è fatta la nostra Oria si puo'dire tranquillamente che è esente da questi rischi perchè le acque confluiscono dal paese verso le periferie pianeggianti seguendo precisi canali d'acqua secolari che esistono da anni appunto,e che i nostri antenati oritani contadini proprietari ecc.ecc. hanno delineato con pietre ed altri materiali(nelle campagne ne sono visibili parecchi).poi è chiaro che se dopo si è costruito nelle vicinanze o sopra addirittura,la natura puoi'riprendersi tutto quando vuole...

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