ORIA – I fatti e i misfatti politici degli ultimi giorni, alcuni dei quali abbiamo potuto seguire in diretta da questo sito grazie al contributo di alcuni tra i protagonisti, la dicono lunga sul clima d'incertezza politica che si respira in città. A destra, ammesso sempre che ve ne sia una, al centro e a sinistra.
L'amministrazione, e non lo diciamo noi ma le dispute intestine, tira a campare vivendo ormai alla giornata, consapevole che la convivenza forzata tra le sue diverse “anime” si avvia a conclusione. Diverse cose, di qui alla prossima primavera, potrebbero cambiare. In primis nelle alleanze, oggi più che mai un rebus. L'Udc, tanto per cominciare, maggior partito dopo le consultazioni 2006, è tutto un altro soggetto e, come tale, non sta e non starà con il centrodestra. Il partito di allora, in consiglio e in giunta, oggi è stato sostituito dal cosiddetto gruppo del sindaco perché nessuno, nemmeno i diretti interessati, sa per davvero quale schieramento rappresenti. Di certo ciascuno singolo “affiliato” rappresenta, con una certa maestria, i propri interessi. Ci sarebbe il Pdl, in cui teoricamente dovrebbero tenere casa il sindaco e i suoi “fedayyn”, ma di certo c'è solo la presenza di un capogruppo in consiglio. Ci dovrebbe essere la corrente intestina al Pdl La Puglia prima di tutto – facente capo al ministro Raffaele Fitto -, la stessa sotto la cui effigie alle scorse regionali si è presentato agli elettori il “gran visir” della maggioranza Pino Carbone, orgoglioso dei suoi “circa 4mila voti” (3.932, per la precisione). C'è Impegno sociale, che a quanto pare non sarebbe tanto interessato a un Ferretti-bis, ma potrebbe appoggiare la candidatura proprio di Carbone. Quest'ultimo potrebbe sfruttare qualche anno da sindaco per poi puntare più in alto, politiche o quantomeno prossime regionali, partendo da una base di consenso più solida. Notizie poche, frammentarie e poco incoraggianti, dunque, dal centrodestra.
La situazione di centro e centrosinistra, però, non è poi tanto migliore. Il Pd per il momento è uno, nessuno e centomila, ma almeno è trasparente nei suoi contrasti intestini. Può apparire un male che i panni sporchi non li stia lavando in casa, ma alla fine il partito potrebbe addirittura giovarsi di questa situazione. Ciò perché verrà fuori alla distanza il gruppo maggioritario, quello cioè i cui adepti siano in grado di convergere su di un nominativo e/o almeno dettare specifiche e inderogabili condizioni programmatiche a una futura ipotetica coalizione elettorale. Chi appoggerà il Pd a sindaco? Chi lo sa. Primarie? Per il momento non se ne parla neppure, sebbene qualcuno le vorrebbe. Per alcuni semplici motivi. Come giustamente osservava nei giorni scorsi un dirigente Pd, per fare le primarie occorrono almeno due candidati e, per ora, il candidato in ballo è uno e uno solo: l'assessore provinciale Mimino Pomarico, peraltro con trascorsi cittadini di centrodestra. A caldeggiare le primarie, qualora spuntasse il nominativo di qualche altro papabile, dovrebbero essere per vocazione lo stesso Pd e Sel, il partito di Vendola, che da quanto si sa attualmente è convintamente al seguito di Pomarico e quindi delle primarie farebbe volentieri a meno.
Sempre nel centro-centrosinistra, seppur nell'ombra, lontano dai riflettori, nell'ambito dell'asse Noi centro con Ferrarese – Udc starebbe lavorando il gruppo di supporto alla candidatura di Egidio Conte, anch'egli con trascorsi cittadini e non solo di centrodestra, il quale si sarebbe un po' allontanato dall'ex sodale Mimino Pomarico.
L'Udc-Udc, invece, dopo la rottura pre-estiva con l'allora realizzanda coalizione-“conservone” del centrosinistra allargato, a parte qualche video di tanto in tanto e l'annunciato imminente annuncio - mai avvenuto - del proprio candidato sindaco, sembra essersi un po' acquattato sulle proprie posizioni ed è da un po' che si muove, perché si muove, in sordina. Ma ciò rientra, evidentemente, in una strategia ben precisa, che il tempo indicherà come fruttifera o meno.
Al termine di questo breve e sicuramente incompleto ragionamento, emergono solo pochissime certezze: l'attuale sindaco si ricandiderebbe, ma non tutti lo vogliono; Pino Carbone sarebbe disposto a candidarsi e in questo caso, nel cosiddetto centrodestra, potrebbe salvare capre e cavoli; l'assessore provinciale Pomarico si candiderà di sicuro, male che vada anche da solo; il Pd deve risolvere prima le beghe interne e fare un po' di pulizia, dopodiché potrà concentrarsi sul da farsi; per Sel “No Pomarico, no party”, preferibilmente senza le primarie; l'Udc, sornione, o è sulla sponda del fiume in attesa che passi qualche cadavere o il segretario Dario De Simone si è di recente interessato alla storia romana e s'ispira alle gesta di Quinto Fabio Massimo, anche detto Cunctator, ossia il Temporeggiatore. (Eliseo Zanzarelli)
L'amministrazione, e non lo diciamo noi ma le dispute intestine, tira a campare vivendo ormai alla giornata, consapevole che la convivenza forzata tra le sue diverse “anime” si avvia a conclusione. Diverse cose, di qui alla prossima primavera, potrebbero cambiare. In primis nelle alleanze, oggi più che mai un rebus. L'Udc, tanto per cominciare, maggior partito dopo le consultazioni 2006, è tutto un altro soggetto e, come tale, non sta e non starà con il centrodestra. Il partito di allora, in consiglio e in giunta, oggi è stato sostituito dal cosiddetto gruppo del sindaco perché nessuno, nemmeno i diretti interessati, sa per davvero quale schieramento rappresenti. Di certo ciascuno singolo “affiliato” rappresenta, con una certa maestria, i propri interessi. Ci sarebbe il Pdl, in cui teoricamente dovrebbero tenere casa il sindaco e i suoi “fedayyn”, ma di certo c'è solo la presenza di un capogruppo in consiglio. Ci dovrebbe essere la corrente intestina al Pdl La Puglia prima di tutto – facente capo al ministro Raffaele Fitto -, la stessa sotto la cui effigie alle scorse regionali si è presentato agli elettori il “gran visir” della maggioranza Pino Carbone, orgoglioso dei suoi “circa 4mila voti” (3.932, per la precisione). C'è Impegno sociale, che a quanto pare non sarebbe tanto interessato a un Ferretti-bis, ma potrebbe appoggiare la candidatura proprio di Carbone. Quest'ultimo potrebbe sfruttare qualche anno da sindaco per poi puntare più in alto, politiche o quantomeno prossime regionali, partendo da una base di consenso più solida. Notizie poche, frammentarie e poco incoraggianti, dunque, dal centrodestra.
La situazione di centro e centrosinistra, però, non è poi tanto migliore. Il Pd per il momento è uno, nessuno e centomila, ma almeno è trasparente nei suoi contrasti intestini. Può apparire un male che i panni sporchi non li stia lavando in casa, ma alla fine il partito potrebbe addirittura giovarsi di questa situazione. Ciò perché verrà fuori alla distanza il gruppo maggioritario, quello cioè i cui adepti siano in grado di convergere su di un nominativo e/o almeno dettare specifiche e inderogabili condizioni programmatiche a una futura ipotetica coalizione elettorale. Chi appoggerà il Pd a sindaco? Chi lo sa. Primarie? Per il momento non se ne parla neppure, sebbene qualcuno le vorrebbe. Per alcuni semplici motivi. Come giustamente osservava nei giorni scorsi un dirigente Pd, per fare le primarie occorrono almeno due candidati e, per ora, il candidato in ballo è uno e uno solo: l'assessore provinciale Mimino Pomarico, peraltro con trascorsi cittadini di centrodestra. A caldeggiare le primarie, qualora spuntasse il nominativo di qualche altro papabile, dovrebbero essere per vocazione lo stesso Pd e Sel, il partito di Vendola, che da quanto si sa attualmente è convintamente al seguito di Pomarico e quindi delle primarie farebbe volentieri a meno.
Sempre nel centro-centrosinistra, seppur nell'ombra, lontano dai riflettori, nell'ambito dell'asse Noi centro con Ferrarese – Udc starebbe lavorando il gruppo di supporto alla candidatura di Egidio Conte, anch'egli con trascorsi cittadini e non solo di centrodestra, il quale si sarebbe un po' allontanato dall'ex sodale Mimino Pomarico.
L'Udc-Udc, invece, dopo la rottura pre-estiva con l'allora realizzanda coalizione-“conservone” del centrosinistra allargato, a parte qualche video di tanto in tanto e l'annunciato imminente annuncio - mai avvenuto - del proprio candidato sindaco, sembra essersi un po' acquattato sulle proprie posizioni ed è da un po' che si muove, perché si muove, in sordina. Ma ciò rientra, evidentemente, in una strategia ben precisa, che il tempo indicherà come fruttifera o meno.
Al termine di questo breve e sicuramente incompleto ragionamento, emergono solo pochissime certezze: l'attuale sindaco si ricandiderebbe, ma non tutti lo vogliono; Pino Carbone sarebbe disposto a candidarsi e in questo caso, nel cosiddetto centrodestra, potrebbe salvare capre e cavoli; l'assessore provinciale Pomarico si candiderà di sicuro, male che vada anche da solo; il Pd deve risolvere prima le beghe interne e fare un po' di pulizia, dopodiché potrà concentrarsi sul da farsi; per Sel “No Pomarico, no party”, preferibilmente senza le primarie; l'Udc, sornione, o è sulla sponda del fiume in attesa che passi qualche cadavere o il segretario Dario De Simone si è di recente interessato alla storia romana e s'ispira alle gesta di Quinto Fabio Massimo, anche detto Cunctator, ossia il Temporeggiatore. (Eliseo Zanzarelli)
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