ORIA - La cosa più interessante di quando un gruppo di potere si sfalda è che dopo molti nodi vengono al pettine. Così, accade che il Popolo della libertà e l’ex consigliere comunale Gianfranco Sorrento, che evidentemente hanno smesso di parlarsi, si scambiano accuse a mezzo volantini. Dal nostro punto di vista, non ci sentiamo di sposare né la linea del partito né quella di Sorrento, ovviamente. Semplicemente, crediamo a tutti e due e scopriamo, con dispiacere, che non ci sbagliavamo affatto quando criticavamo la gestione dell’amministrazione Ferretti, che Sorrento ha sostenuto fino all’altro ieri. È più o meno sempre lo stesso, alla fine di una storia d’amore, più o meno intensa che sia. E quella tra il Pdl ex Udc, che taccia di camaleontismo Sorrento, e lo stesso ex consigliere, fino a un certo punto, è stata piuttosto intensa, almeno fino a quando quest’ultimo è rimasto seduto sulla poltrona di presidente del consiglio comunale e – dipendente amministrativo Asl – nella titolarità di un distacco sindacale in quota Fials. Sì, proprio il sindacato fondato e guidato dalla cosiddetta eminenza grigia dell’amministrazione Ferretti, quel Pino Carbone candidato alle regionali nelle fila de La Puglia prima di tutto. Comunque sia, è ben possibile, in quanto insito nella natura umana, che Sorrento, nel frattempo, si sia ravveduto per quanto fatto e non fatto nell’arco dell’ultimo quadriennio. È per questo che gli crediamo. Il miglior pentimento, peraltro previsto anche dalla legge, però, è quello operoso. Non è sufficiente, cioè, la dissociazione ideologica, necessitano fatti a sostegno delle parole. Qualcuno, a torto, considera tali le dimissioni, che a nostro avviso, invece, costituivano quasi atto dovuto a se stesso prima che alla comunità.
Ma è bene, come sempre, procedere per ordine. Cronologico. Ci tocca partire, quindi, dal manifesto Pdl vs Sorrento. Qui, in sostanza, s’indicava quale unico responsabile del tracollo di un’amministrazione esemplare proprio l’ex consigliere, indicato come una sorta di parassita politico assetato di “ambizioni” rimaste “frustrate”. E poi divenuto “traditore” e “camaleonte2”. Per colpa sua – era scritto – la città è stata consegnata nelle mani di un commissario prefettizio – manco fosse un delinquente o il peggiore dei mali – e sono stati “interrotti” importanti progetti col conseguente rischio di perdere cospicui finanziamenti europei e regionali. Toh, guarda un po’! Proprio quando stavano per partire importanti progetti, le dimissioni di un consigliere ingrato bloccano tutto. premesso che, invece di restare sul generico, sarebbe stato opportuno indicare quali progetti e quali finanziamenti potrebbero andare perduti, a noi pare strano che tutto dovesse partire a soli quattro mesi delle elezioni. Attenzione, non impossibile. Strano, ambiguo. Perché ci si sarebbe ridotti agli ultimi mesi per far partire questi presunti progetti e attrarre questi presunti finanziamenti? Perché poi in sede elettorale il ricordo delle “magnifiche gesta” rimanesse più vivido nella mente degli elettori? Forse forse che qualche lavoretto qui e là era già stato promesso o affidato a qualche ditta di fiducia che avrebbe poi ricambiato ad urne aperte? Forse forse qualcuno, causa le dimissioni di Sorrento, non è riuscito a pianificarsi al meglio il rush elettorale? Ecco perché, probabilmente, l’arrivo del commissario va accolto non come la peggior disgrazia possibile, ma semmai come un bel brodino caldo per un ammalato. E l’ammalato lungodegente, in questo caso, è ovviamente il Comune. O meglio, la città intera.
Come evidente, non difendiamo Sorrento. D’altra parte, ha cercato di difendersi da solo. Contrattaccando. Da grande appassionato di calcio (interista) qual è, sa bene che la miglior difesa è sempre l’attacco. Per questo, forse, Sorrento nella replica ha cercato di essere più pungente dei suoi nuovi nemici ex amici. O, per dirla in termini calcistici, di segnare un gol più dell’avversario, addentrandosi – nei limiti del possibile – in temi più specifici. Così, il sindaco, che apprendiamo non sarà più ricandidato, è stato bollato come arrogante, accentratore, sprezzante del ruolo dei consiglieri comunali. L’opposizione lo ha detto timidamente per anni, anche quando Sorrento, dall’alto della sua balaustra presidenziale la metteva a tacere in consiglio. Qualche assessore, ex sodale, è stato indicato come “stipendiato” da dieci anni. Qualche consigliere comunale appartenente alle forze dell’ordine come alla ricerca di “serenità” per sé e per altri. Il Pdl come responsabile politicamente e inefficiente a livello amministrativo in quanto immobile sul Piano regolatore, sul condono tributario. I recenti concorsi etichettati come un’offesa all’intelligenza e alla professionalità di tanti giovani oritani. Inoltre, da ex consigliere delegato al Turismo per sei mesi, Sorrento ha ricordato come l’Ufficio d’informazione e accoglienza turistica non sia stato mai attivato nonostante i finanziamenti regionali ottenuti da oltre due anni. il potere gestito da sole cinque persone con il resto dei consiglieri comunali relegati al ruolo di belle statuine. Insomma, peste e corna. Di fronte a tutto questo, Sorrento proprio non ce l’ha fatta più a resistere e ha dovuto prestare ascolto alla propria coscienza. E si è dimesso – menomale va’ – e ora è pronto a una nuova avventura. Dall’altra sponda. Per il pentimento operoso di cui sopra? Se sa, come crediamo e come dà modo di far credere, di eventuali irregolarità – per non dire illiceità – nella recente gestione dell’ente, non si limiti a buttarla sul politico, denunci per vie formali. La coscienza gliene sarà ancora più grata.
E pensare che si erano tanto amati…
Ci piace chiudere con una formula che, almeno quella, sembra ancora mettere d’accordo il Pdl, che alle scorse elezioni se non andiamo errati era Udc, e Sorrento: CITTADINI, A VOI IL GIUDIZIO!
(Eliseo Zanzarelli e Franco Arpa)
Ma è bene, come sempre, procedere per ordine. Cronologico. Ci tocca partire, quindi, dal manifesto Pdl vs Sorrento. Qui, in sostanza, s’indicava quale unico responsabile del tracollo di un’amministrazione esemplare proprio l’ex consigliere, indicato come una sorta di parassita politico assetato di “ambizioni” rimaste “frustrate”. E poi divenuto “traditore” e “camaleonte2”. Per colpa sua – era scritto – la città è stata consegnata nelle mani di un commissario prefettizio – manco fosse un delinquente o il peggiore dei mali – e sono stati “interrotti” importanti progetti col conseguente rischio di perdere cospicui finanziamenti europei e regionali. Toh, guarda un po’! Proprio quando stavano per partire importanti progetti, le dimissioni di un consigliere ingrato bloccano tutto. premesso che, invece di restare sul generico, sarebbe stato opportuno indicare quali progetti e quali finanziamenti potrebbero andare perduti, a noi pare strano che tutto dovesse partire a soli quattro mesi delle elezioni. Attenzione, non impossibile. Strano, ambiguo. Perché ci si sarebbe ridotti agli ultimi mesi per far partire questi presunti progetti e attrarre questi presunti finanziamenti? Perché poi in sede elettorale il ricordo delle “magnifiche gesta” rimanesse più vivido nella mente degli elettori? Forse forse che qualche lavoretto qui e là era già stato promesso o affidato a qualche ditta di fiducia che avrebbe poi ricambiato ad urne aperte? Forse forse qualcuno, causa le dimissioni di Sorrento, non è riuscito a pianificarsi al meglio il rush elettorale? Ecco perché, probabilmente, l’arrivo del commissario va accolto non come la peggior disgrazia possibile, ma semmai come un bel brodino caldo per un ammalato. E l’ammalato lungodegente, in questo caso, è ovviamente il Comune. O meglio, la città intera.
Come evidente, non difendiamo Sorrento. D’altra parte, ha cercato di difendersi da solo. Contrattaccando. Da grande appassionato di calcio (interista) qual è, sa bene che la miglior difesa è sempre l’attacco. Per questo, forse, Sorrento nella replica ha cercato di essere più pungente dei suoi nuovi nemici ex amici. O, per dirla in termini calcistici, di segnare un gol più dell’avversario, addentrandosi – nei limiti del possibile – in temi più specifici. Così, il sindaco, che apprendiamo non sarà più ricandidato, è stato bollato come arrogante, accentratore, sprezzante del ruolo dei consiglieri comunali. L’opposizione lo ha detto timidamente per anni, anche quando Sorrento, dall’alto della sua balaustra presidenziale la metteva a tacere in consiglio. Qualche assessore, ex sodale, è stato indicato come “stipendiato” da dieci anni. Qualche consigliere comunale appartenente alle forze dell’ordine come alla ricerca di “serenità” per sé e per altri. Il Pdl come responsabile politicamente e inefficiente a livello amministrativo in quanto immobile sul Piano regolatore, sul condono tributario. I recenti concorsi etichettati come un’offesa all’intelligenza e alla professionalità di tanti giovani oritani. Inoltre, da ex consigliere delegato al Turismo per sei mesi, Sorrento ha ricordato come l’Ufficio d’informazione e accoglienza turistica non sia stato mai attivato nonostante i finanziamenti regionali ottenuti da oltre due anni. il potere gestito da sole cinque persone con il resto dei consiglieri comunali relegati al ruolo di belle statuine. Insomma, peste e corna. Di fronte a tutto questo, Sorrento proprio non ce l’ha fatta più a resistere e ha dovuto prestare ascolto alla propria coscienza. E si è dimesso – menomale va’ – e ora è pronto a una nuova avventura. Dall’altra sponda. Per il pentimento operoso di cui sopra? Se sa, come crediamo e come dà modo di far credere, di eventuali irregolarità – per non dire illiceità – nella recente gestione dell’ente, non si limiti a buttarla sul politico, denunci per vie formali. La coscienza gliene sarà ancora più grata.
E pensare che si erano tanto amati…
Ci piace chiudere con una formula che, almeno quella, sembra ancora mettere d’accordo il Pdl, che alle scorse elezioni se non andiamo errati era Udc, e Sorrento: CITTADINI, A VOI IL GIUDIZIO!
(Eliseo Zanzarelli e Franco Arpa)
2 commenti:
per quanto riguarda i concorsi al comune di oria solo ora ci si accorge di come è stata portata avanti la procedura di "selezione"?
Maggioranza e opposizione dov'erano?
E proprio il caso di dirlo,cittadini a voi il giudizio!Io direi cittadini a voi l'azione,intendendo con ciò cittadini non andate a votare!Teniamoli a casa,lontano dal palazzo di città!Sono sicuro che si ripresenteranno gli stessi personaggi sia a destra che a sinistra,"camaleonti" di ogni specie e razza,camuffati da maga circe per ingannare ancora il popolo oritano.Un sano astensionismo sarebbe un ottimo segnale per dimostrare che i cittadini non sono stupidi ma schifati.Solo di fronte ad una nuova e "sana" classe dirigente sarebbe giustificato scomodare il popolo!Se andranno gli stessi politicanti il gioco riprenderà a maggio!La disputa Pdl vs Sorrento è un film già visto mille volte.Un gruppo di potere che raggiunge l'apice e poi si sfalda a causa dell'arrogante egoismo degli stessi membri,un classico.Un classico da me preventivato qualche anno fa,(basta leggere qualche mio commento sul blog de l'oritano)dove parlavo di pupi e pupari.Da questa vicenda è emerso un modus operandi che si accosta più ad una "banda" che ad una maggioranza democraticamente eletta,dove le decisioni del capo indiscusso non si potevano contrastare.Leader ufficioso,invisibile,che soggiornava fuori dall'aula consigliare durante le assise comunali.Eminenza grigia come giustamente scrive il controvento.Ma chi a studiato la storia sa che questo sistema crea dei malumori all'interno di queste "organizzazioni",ed ecco allora i continui mal di pancia dei vari consiglieri prontamente "curati" per quattro lunghi anni fino al colpo "di teatro" del Sorrento,il "Pentito" di turno che a soli"quattro" mesi dalla fine del mandato viene "investito" da un senso di "responsabilità"....pensando bene di sputtanare gli ex amici di merenda,candidandosi da buon "CAVALCATORE D'ONDA" con coloro che secondo le "sue" convinzioni saranno i futuri vincitori che gli permetteranno per la terza volta consecutiva e per l'undicesimo anno di salire sul carro dei vincitori.Appropriato per costui il soprannome di"SURFISTA".A sinistra invece la dice lunga l'esperienza di Tommaso Carone "illuso" di poter cambiare un partito "controllato" anche quì dai "vecchi"di sempre, ancora assetati di potere,presi da manie di controllo e di riscatto, che nulla anno a che fare con le teorie di uguaglianza tanto cara alle forze cattoliche di sinistra.Concludo con la frase di sempre rivolta agli onesti cittadini:VENDETE CARA LA VOSTRA PELLE!!!!SEMPRE!!!<<<>>>
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