22/03/11

CONCERTO "DA CAMERA": PARLAMENTO MAI COSÌ AFFOLLATO

ORIA – Ieri notte attorno all’una ero ancora sveglio e mi annoiavo facendo “zapping” tra i vari canali televisivi che non proponevano alcunché di mio gusto, quando sul “Due” mi sono meravigliato di trovare un concerto di musica classica: di solito, infatti, la musica classica non giova allo share televisivo, così non la trasmettono e basta. Cosa ancora più strana, questo concerto si teneva in Parlamento, Camera dei deputati per la precisione. Direttore dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera di Roma, l’eccellente maestro Riccardo Muti, il miglior interprete delle arie del Nabucco di Giuseppe Verdi. Avreste dovuto vederli, se non li avete visti, i nostri parlamentari, contenti come non mai di stare lì per quell’evento: il Concerto di primavera per il 150° dell'Unità d'Italia. Più di qualche volta mi capita di seguire le sedute di Camera e Senato quando ne propongono in tivù o sul satellite, dove i due rami parlamentari dispongono ciascuno di un canale dedicato. Ebbene, a parte che per le questioni più “calde” - per intendersi quelle che l’indomani popolano paginate e paginate dei giornali di tutta la Penisola -, un Parlamento così affollato non l’avevo mai ammirato. C’erano tutti, ma proprio tutti, in aula e davano pure l’impressione di seguire l’esecuzione di Verdi con sincero interesse. Può darsi che almeno alcuni lo facessero, comunque. Di sicuro, però, la maggior parte non desta la medesima impressione d’interesse sincero quando in quella stessa, magnifica aula suona tutta un’altra musica e si discute di legislazione, cioè di questioni di “lavoro” (ahinoi, la politica come professione). Avreste dovuto vederli, alla fine del concerto, tutti in piedi ad applaudire il maestro Muti e l’orchestra. Indistintamente, tutti felici ed estasiati finanche quando Muti, dopo aver parlato con i fatti, si è augurato a parole che proprio da quel concerto di primavera, insolito e così apprezzato, possa nascere una nuova primavera per la Cultura in Italia. Tutti, e sottolineo tutti, ad annuire. In conclusione: con la Cultura ci si mangia o no?

Eliseo Zanzarelli

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