27/03/11

PROFUGHI: I PRIMI ARRIVI, LE PRIME FUGHE, I PRIMI PROBLEMI


ORIA – Come noto, quasi 600 profughi nordafricani sono stati sistemati questa mattina presso l’ex aeroporto militare al confine tra Oria e Manduria. Già durante questa prima giornata ci sono state moltissime fughe: i migranti nella tendopoli proprio non ci vogliono stare, così si danno letteralmente alla macchia al grido di “Libertà, libertà”. Oltre cento sono stati oggi i fuggiaschi, pochissimi dei quali recuperati dalle forze dell’ordine poste a sorveglianza del centro immigrati che qualcuno si è affrettato a ribattezzare Cai (centro accoglienza e identificazione) per giustificare il fatto che non si tratti nello specifico né di un Cie (centro identificazione ed espulsione) né di un Cpt (centro di permanenza temporanea) né di un Cara (centro di accoglienza richiedenti asilo). Dovrebbe essere un presidio tutto-fare, di fatto si è rivelato un colabrodo. Questo perché la confusione sul posto sembra regnare sovrana: non si è ancora capito bene se i profughi debbano essere trattenuti a forza entro le recinzioni metalliche (alte appena due metri e facilmente scardinabili) o, com’è avvenuto, avviene e avverrà ancora, possano allontanarsi. D’identificazione e di avvio delle pratiche per le richieste di protezione internazionale o d’asilo, oggi, nemmeno a parlarne. È andato semplicemente in scena una sorta di “guardie e ladri” con una caccia, piuttosto blanda, ai fuggiaschi. I carabinieri di Oria inizialmente sono stati impegnati in quest’attività. Poi, considerata l’inutilità dell’impegno, si sono dovuti fermare: tutto inutile, troppa gente. La decisione di dedicarsi alle attività di routine è scaturita dopo che una pattuglia si è trovata di fronte i profughi che appena qualche ora prima aveva accompagnato al campo. Qualche cittadino ha lamentato i primi “incontri ravvicinati del terzo tipo”, con gli immigrati alla ricerca di cibo e acqua all’interno delle loro proprietà, specie nelle campagne lungo la provinciale Oria-Manduria. Intanto cominciano a montare le proteste: domani è in programma presso la sala consiliare del Comune una pubblica manifestazione per sensibilizzare le istituzioni politiche locali e nazionali sul problema profughi e richiedere una maggiore presenza dello Stato. La stazione, sempre stando ad alcune testimonianze, è stata presa d’assalto dai fuggitivi, che si sono informati in loco sull’arrivo dei primi treni disponibili per sparire dalla circolazione in cerca di miglior fortuna. In pochi sono disposti a rimanere qui, tra Oria e Manduria, perché temono di essere rimpatriati. D’altra parte, sulla base di alcune dichiarazioni raccolte, quasi nessuno ha intenzione di fermarsi in Italia: obiettivo prediletto è la Francia, poi viene l’Europa centrale, Germania, Austria, Olanda, ecc. A qualcuno degli ospiti del centro abbiamo chiesto come mai qui arrivino quasi esclusivamente uomini, spesso giovani e in forze. Yassine, che dice di essere libico e in patria era un operaio, ha risposto più o meno così: le donne rimangono a casa perché difficilmente sopporterebbero le fatiche del viaggio. E poi le donne, specie quelle sposate, rappresentano un pericolo: i viaggi della speranza sono per uomini, la convivenza è intensa e obbligata, e la carne è debole, quindi potrebbero essere a rischio stupro. Così, soprattutto per non violare i precetti islamici, si preferirebbe farle rimanere in patria.

Eliseo Zanzarelli

(in foto, dietro la rete di recinzione, un parlamentare locale di maggioranza in visita al centro profughi)

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