14/04/11

L'ORDINANZA ANTI-ALCOLICI, I COMBATTIMENTI TRA POLLI E LA CITTÀ CHE REGGE. PER QUANTO ANCORA?


ORIA – Il fatto che i nordafricani bevano non piace perché poi fanno “casino”, come già accaduto in più di qualche occasione. L’ultima soltanto ieri sera quando, in preda ai fumi dell’alcol, tre ospiti del centro si sono aggirati per l’abitato seminando il panico tra passanti e negozianti. Poi se la sono presa con i poliziotti, inveendovi con calci e pugni. Due degli agenti intervenuti sono rimasti feriti, per loro medicazioni in pronto soccorso e prognosi di dieci giorni a testa. Un 32enne tunisino è stato arrestato per danneggiamento e resistenza e pubblico ufficiale, mentre gli altri due sono riusciti a far perdere le proprie tracce.
È da episodi come questo che nasce l’ordinanza, firmata commissario prefettizio Maria Rita Iaculli, con cui si impedisce somministrazione e consumo di alcolici dalle 16 alle 21.
Il provvedimento continua a far discutere non perché non condivisibile, ma perché facilmente aggirabile. La pausa-alcolici, che paradossalmente sta finendo per danneggiare principalmente i pubblici esercenti già pregiudicati dall’emergenza immigrazione, occupa appena il tempo di cinque ore, dalle 4 alle 9 pm, appunto.
Come giustamente osserva una cittadina – Maria Grazia Petese, che in mattinata è stata in un market dove un gruppo di tunisini comprava un bel bottiglione di rosso secco – prima e dopo quel breve lasso temporale alzare il gomito si può.
Quindi ci si chiede: qual è l’utilità reale di quell’ordinanza? La questione è tutta nel non consentire alla gente di ubriacarsi dalle 16 alle 21?
Il problema - nonostante incontri, prese di posizione e code polemiche assortite – rimane sempre lo stesso: l’abbandono a se stessi di una comunità intera e degli stessi migranti.
Le condizioni in cui si è costretti a vivere questa emergenza, che è tale anche e forse soprattutto per quelle persone che vivono in tendopoli, sono pietose. Pietose in città, pietose al campo e i proclami e i “combattimenti da pollaio” delle ultime ore sono fini a se stessi.
È esemplare, invece, l’impegno di chi – in forma privata o associata – fa di tutto per rendere il più sopportabile questa tegola che come e forse più che a Lampedusa – dove almeno Qualcuno si è degnato di mettere piede e dispensare perle di populismo - è cascato direttamente dal cielo, tra capo e collo. Roba da lasciarci le penne o, perlomeno, come sta accadendo, da rimanerci un attimo storditi. È grazie all’opera di quelle poche, disorganizzate e mal pagate forze dell’ordine, dei volontari della Cgil (presenti ogni giorno in via Manduria con un presidio umanitario) e del gruppo “Filia Mundi” (non ci sono più parole per lodarne le attività, dai centri raccolta al progetto con Medicos del Mundo), della gente comune che sopporta, aiuta e sta in apnea sperando di poter tirar fuori quanto prima la testa dall’acqua, se Oria ancora regge. Regge, nonostante tutto. Per quanto potrà farlo ancora? Per quanto tempo ancora una cittadina con poco più di 15mila anime potrà battersi fieramente contro tutto e tutti, soprattutto contro chi strepita e scalpita per la supremazia nell’aia? L’equilibrio è sempre più precario, giorno dopo giorno. Il ritardo nella consegna dei primi permessi di soggiorno temporanei – inizialmente prevista per ieri, massimo oggi - sta peggiorando le cose. Qualcuno smetta di far finta che è tutto in ordine e qualcosa cambi al più presto, prima che sia troppo tardi.

Eliseo Zanzarelli

1 commenti:

Ci sono sin dalla prima ora anche Finis Terrae ed Emergency.

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