10/04/11

L'ORGOGLIO "TERRONE" E L'INSULTO "PADANO, PADANO!"





ORIA – L’orgoglio “terrone” – termine abusato dai settentrionali per insultare i meridionali – è emerso durante la contestazione al ministro Raffaele Fitto andata in scena ieri sera fuori dal cine-teatro Salerno, poco prima della presentazione ufficiale del candidato sindaco di centrodestra alle prossime amministrative. Il comitato spontaneo di protesta contro l’emergenza profughi ad Oria è stato chiaro in tal senso: i cori “Padano, padano!” dedicati a Fitto di certo non erano complimenti, ma qualcosa di molto vicino a insulti, o più semplicemente alla realtà. Già il giornalista-scrittore Pino Aprile - con il best-seller “Terroni” - e la senatrice Adriana Poli Bortone - durante la campagna elettorale per le regionali 2010 con lo slogan “Orgogliosamente terrona” – avevano avviato un’importante operazione per dire che no, essere definiti “terroni” non bisogna considerarlo un insulto bensì motivo d’orgoglio, d’identità territoriale. I contestatori di Fitto la parola “terrone” non l’hanno pronunciata affatto, ma la fierezza di non essere “padani” ce l’avevano dipinta negli occhi. Gli occhi solidali eppure delusi di chi, pur tra mille difficoltà, fronteggia in perfetta solitudine e abbandono problematiche ben più grandi di una comunità di poco più di 15mila anime. Oria è la città che in tutt’Italia – eccezion fatta per Lampedusa - sta pagando il dazio più importante per l’emergenza immigrati. Qui ce ne sono tuttora 1300 – così dicono le stime ufficiali -, negli altri centri d’accoglienza, dislocati tutti nel Centro-Sud, appena qualche centinaio. È innegabile, eppure qualcuno si ostina a far finta di non accorgersene, che gli ospiti in fuga o libera uscita si dirigano principalmente ad Oria, che è il centro abitato meno distante e meglio visibile dalla tendopoli. Le condizioni di Manduria sono ben più rosee, nonostante politica e media abbiano montato un “casus” nazionale intorno alla città del Primitivo. Per rendersi conto di quanto diverse siano le condizioni di Oria e Manduria è sufficiente mettersi in macchina e percorrere la provinciale: in direzione Oria ogni giorno si muovono centinaia e centinaia di nordafricani, in direzione Manduria molti meno. La stazione di Oria nei giorni scorsi è stata letteralmente presa d’assalto, quella di Manduria – vuoi perché peggio collegata, vuoi perché più distante – no. È ad Oria che si sono verificati e continuano a verificarsi episodi spiacevoli con protagonisti i migranti, logiche conseguenze di una convivenza imposta e difficile ab origine. È ad Oria e dintorni – esemplare l’impegno del gruppo “Filia Mundi” e di Rifondazione comunista di Francavilla - che la solidarietà e il volontariato hanno conosciuto e continuano a conoscere i punti più alti, nonostante l’assenza della politica e delle istituzioni di ogni ordine e grado. È in un contesto simile che il grido “Padano, padano!” indirizzato al ministro Fitto – in teoria un “terrone” nato a Maglie e non a Pontida – è quanto di più dileggiante i contestatori potessero dedicare all’esponente locale di un governo “padano – dipendente”, che continua a fare di tutto perché il Nord sia tenuto al riparo dai flussi migratori africani. È in un contesto del genere, quindi, che dare del “Padano, padano!” a Fitto equivale e disconoscerlo come “terrone”. Perché i “terroni” oggi sono orgogliosamente quelli che soffrono, protestano, ma al tempo stesso - pur in difficoltà a propria volta - aiutano la povera gente in difficoltà. I “padani” sono invece quelli che evitano i problemi, e lasciano che proprio nel 150enario dell’Unità nazionale sia una sola parte d’Italia a spalancare le braccia al mondo e farsi carico di ogni fardello annesso e connesso. Per questo, se un giorno un settentrionale dovesse etichettare “terrone” un meridionale, quest’ultimo potrà benissimo prenderlo come un complimento e rispondere pure: “Grazie, orgoglioso di esserlo”, poi raccontando al “padano” l’incredibile storia di questi giorni.

Eliseo Zanzarelli
[in foto, la stazione di Manduria uno di questi giorni, deserta]

3 commenti:

Bravo Eliseo. Hai perfettamente inteso lo spirito della nostra protesta e soprattutto il significato del nostro "PADANO" rivolto a Fitto. Orgoglioso di essere terrone, Angelo Lippolis

Quando nel bresciano qualcuno mi diceva " terrone" invariabilmente la mia risposta era :
" mio caro, terroni si nasce , non si diventa, è un privilegio per pochi essere terroni"
questo già 25 anni fa.
Probabilmente per il sig Fitto questo orgoglio di appartenere alla Puglia non è un valore anzi----- per lui sono altri i valori.

Quando arrivai a brescia 25 anni fa se qualcuno mi chiamava " terrone" invariabilmente gli rispondevo :
" Mio caro, terroni si nasce, non si diventa!!!! E' un privilegio del quale sono pochi possono fregiarsie per conquistarselo ci vogliono intelligenza, amore per la propria terra, accoglienza, solidarietà. Sono parole a molti di voi sconosciute."
probabilmente anche per il sig Fitto lo sono
Salvatore Filotico

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