PROFUGHI, I PEONES PUGLIESI E L'EMERGENZA IMMIGRATI

ORIA - I parlamentari meridionali di maggioranza - non tutti - ieri hanno scritto al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi chiedendo che i centri d'accoglienza non siano concentrari soltanto al Sud, ma anche al Nord. Strano ma vero, tra i 62 firmatari dell'appello, mancano proprio onorevoli e senatori pugliesi, che a quanto pare l'emergenza non la vedono o rifiutano di vederla. Il paragone tra i nostri rappresentanti istituzionali e l'onorevole Alfredo Mantovano, che nei giorni scorsi si è dimesso da sottosegretario all'Interno per essere stato preso sulla tendopoli tra Manduria e Oria, è stridente. Qualcuno dice: Mantovano si è dimesso da sottosegretario, ma rimane parlamentare. Tuttavia, è già qualcosa, un segno di rottura. Qualcun altro, che sottosegretario non è ma magari gli piacerebbe esserlo, non si è lamentato affatto, rifiutandosi finanche di firmare la lettera al premier. I nomi è finanche inutile farli, si sa di chi si tratta, si sa bene chi non ha firmato. Ricordarli gli tornerebbe come pubblicità, quindi qui non lo si farà. I cosiddetti "peones" non pongono limiti alle ambizioni neppure dinanzi a un'emergenza come quella che questi giorni si vive a Oria - a Manduria, in tutta franchezza, non tanto - e proseguono diritti per la propria strada. L'obiettivo è "fare le scarpe" a Mantovano e soffiargli una volta per tutte quel sottosegretariato che dà prestigio, fama e - perché no? - qualche soldino in più. Il paragone tra le tende dell'ex aeroporto militare di Manduria e l'ex base Nato di Mineo in Sicilia non regge. Qui terriccio e condizioni inumane. Lì appartamenti, una mensa decente e persino una ludoteca per i più piccini. Dinanzi a un sottosegretariato della Repubblica, però, cosa importa?

Eliseo Zanzarelli

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