26/10/10

BUCHE, ORIA COME KANDAHAR

ORIA - Le foto che vedete qui accanto non sono state scattate a Kandahar, poco ridente città in Afghanistan, dopo guerra e guerriglia degli ultimi anni, con bombe e granate a ridurre a un colabrodo le strade. Nossignori, le foto sono state scattate a Oria, ridente cittadina in provincia di Brindisi, che dopo anche solo un accenno di piovasco si trasforma in una sorta di terreno minato, laddove le mine sono rappresentate dalle buche, per automobilisti esperti e forse anche più che esperti. La buca qui accanto, immortalata in via Giacinto d'Oria da due diverse angolazioni per testimoniarne la profondità, l'ho beccata in pieno, senza la possibilità di evitarla per via delle auto parcheggiate sul lato destro, con la gomma anteriore lato guida della mia macchina. Sì, sono sprofondato qualche centimetro sotto il livello del suolo per poi riemergervi dopo un ovvio scossone che mi ha fatto temere per pneumatico, cerchio e sospensioni. Per fortuna, almeno a prima vista, per quanto il sottoscritto possa intendersene di gomme e meccanica, è sembrato tutto a posto, ma sarà il meccanico a dire l'ultima parola sull'accaduto. Qualcuno, al mio posto, come già accaduto - e come ancora accadrà, pure nel caso in cui danni alle auto non ve ne siano - avrebbe già approfittato della situazione per "provarci", chiedendo il risarcimento dei danni al Comune, responsabile della manutenzione delle strade urbane. Controversie all'ordine del giorno a palazzo di città, così come i discrezionali pronti componimenti bonari in alcuni casi, la scelta di andare a giudizio in altri. Al di là della discrezionalità usata nel risarcire questo o quel danneggiato, assieme a questo o quell'avvocato più o meno gradito, di certo c'è che buche del genere, profonde più di dieci centimetri (me n'è stata segnalata un'altra in via Frascata poco dopo l'incrocio della circonvallazione), non ce ne dovrebbero essere. Ciò, sia per la sicurezza della circolazione sia anche, sebbene non soprattutto, per la sanità delle finanze pubbliche. (Eliseo Zanzarelli)

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