14/10/10

COSTI DELLA POLITICA: IL SINDACO E L'INDENNITA' DI FINE MANDATO


di Eliseo Zanzarelli e Franco Arpa

ORIA - La politica, si sa, è costosa, per chi la finanzia, cioè i cittadini. Per il più classico dei rovesci della medaglia, d'altra parte, a certi livelli, poi neppure tanto elevati, è redditizia per chi la fa, con "successo". Ovverossia, per chi dai cittadini-finanziatori è eletto. Il tema costi della politica, purtroppo, è sempre attuale, nell'indignazione, spesso di facciata, generale. A questo proposito, forse non tutti ne sono a conoscenza, pure il sindaco di una cittadina con 15mila anime come Oria, ma anche con meno e più abitanti, proprio come i parlamentari e i consiglieri regionali, percepisce l'indennità di fine mandato. La percepì a suo tempo Cosimino Moretto, così come prim'ancora Sergio Ardito. Si tratta di una sorta di trattamento di fine rapporto che si somma alle mensilità, già importanti, percepite durante l'arco del mandato stesso. Si badi bene, è un diritto che per legge spetta al primo cittadino uscente, una sorta di assegno di reinserimento sociale. E' bene precisare che nulla vieta al sindaco di rinunciarvi, ma figurarsi. Basta parole, passiamo ai numeri, che sono certamente più interessanti. Stando alla tabella A allegata al decreto ministeriale numero 119 del 4 aprile 2000, nei Comuni dalla popolazione compresa tra 10.001 abitanti e 30.000 (è il caso di Oria) il sindaco percepisce a titolo d'indennità mensile ordinaria lorda qualcosa come 3.253,68 euro (la metà nel caso in cui il sindaco sia un dipendente e non abbia richiesto l'aspettativa, ai sensi dell'articolo 82 del decreto legislativo numero 267/2000). Ed è proprio sulla base di questa cifra che, allo scadere dei cinque anni (ma anche meno nel caso di chiusura anticipata del mandato), si computa l'indennità di fine mandato. Una circolare del Ministero dell'Interno, infatti, la numero 5 del 5 giugno 2000, dispone che l'emolumento in questione debba essere commisurato all'indennità di funzione "effettivamente percepita" (a quella media in caso di variazioni dell'indennità di funzione, in rialzo o in ribasso, in corso di mandato) per ciascun anno di mandato. Ergo, facendo due conticini rapidi rapidi, nei casi di Moretto e, prossimamente, di Ferretti: 3.253,68 euro moltiplicati per cinque anni di mandato fa 16.268,40 euro in un'unica soluzione. Non una cifra astronomica, certo, ma un discreto gruzzoletto, considerato che, appunto, piove dal cielo così, in automatico, obiettivamente dal nulla. Come non bastassero i 195.220 euro corrisposti solo al sindaco (senza considerare vicesindaco, assessori, presidente del consiglio e gettoni dei consiglieri comunali) nel quinquennio di amministrazione cui, nel caso di Ferretti, si assomma il compenso (pardon, indennità), sempre a spese dei contribuenti, della Provincia (siede in consiglio provinciale da sei anni e già da consigliere ai tempi del presidente Michele Errico a Oria ricopriva la carica di presidente del consiglio comunale). Insomma, la politica costa, eccome, anche a livello locale e, così come a livello nazionale, presenta quelle piccole grandi incongruenze che i comuni cittadini-finanziatori - e comuni lavoratori - sono destinati a non spiegarsi affatto. Chissà perché poi, si taglia di qua, si taglia di là, ma mai per davvero i costi della politica, quella con la "p" minuscola e quella con la "p" maiuscola, ammesso che esista.

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