07/03/11

FILOTICO CITA CROCE: "COERENZA? SOLO I CRETINI NON CAMBIANO MAI IDEA"


ORIA - Riceviamo e pubblichiamo da Salvatore Filotico a proposito di coerenza politica, tema di cui si è duffusamente discusso nei giorni scorsi:

[Caro Eliseo, mi permetto d'intervenire sulla questione coerenza/incoerenza nelle scelte politiche e nella questione dei cosiddetti “cambi di casacca”.
Non lo faccio per porre questioni personali o personalistiche (non mi interessa, non sono candidato e non intendo candidarmi; ho le mie opinioni e tutti le conoscono); del resto le persone che tu hai chiamato in causa non hanno bisogno di difese d'ufficio e sono dotate di intelligenza e cultura per farlo da sole; non intendo assolutamente entrare in polemica con te perchè tu hai posto (in maniera, forse, un po' troppo spicciola e decisa e dimenticando altri casi molto più eclatanti di quelli a cui fai riferimento) un problema sul quale vale la pena di riflettere.
Lo farò, se mi consenti, partendo dalla mia storia e dalla mia esperienza personale che non ho mai rinnegato e che mi ha formato nel mio modo di pensare e vedere il mondo oggi. Ti porrò e porrò a me stesso ed a chi legge delle domande che, volutamente lascerò aperte perchè di carattere soggettivo e personale.
E' la prima volta che ne parlo pubblicamente e lo faccio volentieri e senza alcuna remora di alcun tipo al solo scopo di cercare di fare un po' di chiarezza su queste questioni.
Avevo quindici/sedici anni ed un po' per cultura familiare (cultura politica liberale e volta a destra con apertura ad un certo riformismo) un po' per ribellione verso il conformismo scelsi di aderire all'allora MSI/Destra Nazionale e lo feci con convinzione e partecipazione. Nello stesso periodo scoppiò il "'68" con tutta la sua ventata di riformismo e rinnovamento: condividevo molte richieste e rivendicazioni, ma non mi convincevano certi estremismi nel linguaggio e nel comportamento (oggi, con il senno di poi capisco che quei comportamenti erano e sono insiti in ogni ventata di rinnovamento e rivoluzione culturale). Passarono alcuni anni e, un po' per traversie personali, un po' per incontri con amici e persone che hanno segnato la mia vita, mi scontrai con la realtà del mondo del lavoro e della vita.
Contemporaneamente s'insinuò in me il tarlo del dubbio sulle stagioni delle stragi e sulle vere ragioni e matrici del terrorismo di ogni segno e colore. Non sempre le ragioni dei vincitori sono quelle oggettive e le ragioni dei vinti sono tutte ancora da approfondire e chiarire.
Iniziò il percorso di scoperta del mondo della sinistra e del sindacato ed una sorta di percorso di “riconversione” o di “rivoluzione culturale” riguardante il modo di vedere il mondo e l'impegno civile e politico; mi impegnai nel sindacato e nel Consiglio di fabbrica dove incontrai persone straordinarie che mi insegnarono a guardare il mondo con gli occhi della solidarietà e dell'assunzione di responsabilità. Aderii al PSI sull'onda di una spinta emotivo basato sulla lettura e sugli studi e l'esempio di persone come Pertini, Nenni , Parri, De Martino ecc. Arrivò il craxismo con il suo yuppismo e la visione di un riformismo liberal/liberista che non condividevo e che interruppe il mio rapporto con quel partito durante il funesto referendum sulla scala mobile dell'aprile 1984 (successivo alla disgraziatissima idea del decreto di S.Valentino che aboliva la scala mobile, apriva la strada alla distruzione dello statuto dei lavoratori ed alla rottura dell'Unità sindacale e distruzione di corrette relazioni sindacali).
Venne tangentopoli ed i protagonisti di quella stagione furono spazzati via da un preteso vento di cambiamento che, gattopardescamente, cambiò tutto per non cambiare nulla. Molti cambiarono casacca e padrone, altri si ritirarono; in realtà a pagare il conto fu lo storico ed amato partito cerniera della sinistra: il PSI. Mi sorge un dubbio che ancora mi rode. Era quello il vero obiettivo della strategia della tensione, dello stragismo, del craxismo e delle varie P2 di ogni tipo? Si voleva far sparire la storia, la memoria della sinistra attaccandone il partito più vecchio e spostando a destra l'asse del riformismo per tutelare i privilegi di lobbies di vario genere e perpetuare il consenso?
Ho avuto la fortuna di poter lavorare nella e per la scuola. Luogo in cui ho fatto gli incontri più straordinari ed intensi della mia vita umana e professionale e che hanno segnato profondamente il mio modo di essere e vedere il mondo. Lì ho fatto la scelta di essere dalla parte dei più deboli per cercare di fornire loro pari opportunità ed occasioni di sviluppo.
Cadde (finalmente) il muro di Berlino ed arrivò questa pseudo seconda Repubblica, cambiò tutto, cambiarono (e cambiano ancora oggi) i partiti, ma il trasformismo restò. Sparì (che errore tragico...) il PCI , sparì la Dc ed arrivò questo signore che pensava che amministrare uno Stato sia la stessa cosa che amministrare un'azienda e che anche il consenso possa essere in qualche modo oggetto di mercato. E' prevalsa anche la logica che qualsiasi bene comune (acqua, energia, sanità, scuola, cultura) possa essere merce da scambiare e che deve obbedire alle logiche del profitto. E' arrivata la stagione in cui solidarietà , libertà, eguaglianza sono messe in discussione dall'egoismo dei più forti (economicamente) ed in cui anche l'Unità della Nazione (conquistata con sangue fatica durante il Risorgimento e la Resistenza sono messe in discussione. Non condivido una legge elettorale sballata e demagogica e questo bipartitismo che non consentono il riconoscimento delle diverse identità collettive ed individuali e che hanno fatto scadere la partecipazione e il diritto ad essere rappresentati a pure entità astratte ed enunciazioni di principio. La realtà è sotto gli occhi di tutti, comunque la si pensi.
Continuo a guardare il mondo con gli occhi dell'utopia di un mondo nel quale si possa applicare il principio: “io non condivido le tue idee ma mi batterò sempre affinchè tu possa esprimerle” e possano essere riconosciuti i diritti fondamentali di tutti e per tutti sanciti dalla Costituzione e che ciò valga soprattutto anche per i più deboli.

Fatta questa lunga premessa passo alle mie domande ed ai miei dubbi che ti giro:

a) Ha senso, oggi, parlare di coerenza quando questa rischia di divenire pratica dell'obbedienza a tutti i costi a tutti i capi e capetti di ogni segno e colore? E se ha senso dove vanno a finire i dubbi ed il diritto alla critica in un mondo in cui tutto è bianco o nero? Personalmente preferisco praticare il diritto di avere dei dubbi e di poter (ogni tanto, sia chiaro) praticare la “coerenza dell'incoerenza” intesa come diritto di falsificare la realtà per metterla in dubbio e ricostruirla come ci ha insegnato Karl Popper.

b) In un mondo nel quale tutto o è bianco o è nero permetterai che molte persone abbiano dubbi e non sappiano quale è la loro collocazione in un panorama politico nel quale vige il principio "chi non è con me è contro di me"? In questa prospettiva condivido pienamente quanto scrive il mio amico Fistetti e che potrebbero tranquillamente sottoscrivere tante altre persone di destra e sinistra. Le persone, le storie, le scelte, a mio parere, vanno collocate in un contesto storico e spazio-temporale che difficilmente possono essere semplificati in una prospettiva riduzionista. Non escludo (e sarei uno stupido se lo escludessi) che per qualcuno le ragioni del cambiamento possano essere legate a logiche di potere e di trovare posizioni di rendita politica. Poiché non ne ho la certezza e la prova, per cui consentimi di coltivare il dubbio.

c) Quali sono, oggi ed in Oria ed in Italia i luoghi di aggregazione in cui esercitare il confronto ed il dibattito politico che è divenuto sempre più mediatico e basato sull'immagine piuttosto che sulla partecipazione e la responsabilizzazione dei cittadini? Dove sono oggi, se vi sono, le scuole di partito veri luoghi di formazione politica e partecipazione?

d) Le coalizioni si fanno su programmi e progetti o, prima delle idee vengono le persone, le alleanze ed il consenso? Quali sono gli spazi di confronto tra le varie posizioni al di là di ogni possibile radicalizzazione e demonizzazione di chi non la pensa come noi?

Infine, penso fosse il buon Benedetto Croce ad affermare che “solo i cretini non cambiano mai idea” nel senso che occorre sempre dubitare di tutto e poi decidere; ogni scelta, sostengo molto più modestamente io, comporta novantanove rinunce ed ogni rinuncia comporta qualche sofferenza e va calata in un contesto spazio-temporale che va capito ed interpretato.

Scusami per la prolissità e grazie per l'attenzione che vorrai e potrai dedicarmi.
Con affetto e stima.

Salvatore Filotico]

4 commenti:

Caro Salvatore,

Sei stato molto chiaro ed ho letto volentieri il tuo pensiero,che condivido.
Ora, tornando al presente e rivolgiamoci con lo sguardo ad Oria,dal tuo osservatorio, cosa ti senti di dire a proposito del nuovo movimento politico "persone unite libere indipendenti",in modo spassionato, come sai dire tu.
Il 3 gennaio del 1969 tu partecipasti al funerale di mio fratello Fernando, propabilmente ti ricorderai,nella chiesa di S.Francesco di Paola,accompagnato da requiem di Mozart.
Salutissimi, Cosimo

Cari SIGNORI non perdete occasione per salire in cattedra,sfoggiando "Kul--tura" a destra e a manca,ancorati ad analisi del "passato".L'ITALIA e specialmente il sud e il sud del sud la nostra Oria non hanno bisogno del "club degli intellettuali".Il nostro presente ha bisogno di un sereno pragmatismo,poche parole e tanti fatti.IL POPOLO è stanco di sentire parlare del NULLA.IL POPOLO ha fame è arrabbiato,rassegnato,umiliato,deluso.Occorrono uomini che gli ridiano dignità POLITICI VERI CON LA P MAIUSCOLA.

Premesso che la cultura è alla base di ogni società civile,vorrei dire che nel nostro "presente"c'è bisogno di un sano e sereno pragmatismo.I nostri illustri "accademici" comodamente seduti al caldo, in poltrona ,di fronte al computer non perdono occasione di richiamare il passato con analisi su coerenza ad incoerenza politica. Significa perdere di vista i veri problemi di Oria,città ormai abbandonata a se stessa da più parti, definita la cenerentola della provincia.Io parlerei invece di buona o cattiva fede,mi spiego.In qualsiasi schieramento può esserci la persona giusta, al di la dei cambi di casacca,l'importante che sia in buona fede,perchè solo così si potrà ridare dignità ai quei cittadini senza un lavoro,una casa,una famiglia.Il popolo non vuole più sentire parlare del NULLA ASSOLUTO,occorrono politici con la P maiuscola,(al momento non se ne intravedono)....Scusate "per la mia spicciola analisi"ma penso che quando i cittadini di oria (e nn solo),usciranno da questo tunnel allora presumo che potrebbero avere la "pazienza e la voglia" di ascoltare le vostre dotte e teoriche lezioni di un passato che per il momento non serve a nessuno se nn solo a voi per far sfoggio di un egocentrico narcisismo personale e bacchettare quegli "IGNORANTI" CHE BRANCOLANO NEL BUIO DELLE TENEBRE DELL'ANALFABETISMO OPERAIO.<<>>

Premesso che non mi ritengo un intellettuale e che nonvoglio assolutamente bacchettare nessuno perchè ognuno deve essere responsabile delle proprie azioni individuali e cllettive. Io ho sollevato dei problemi reali e sarebbe bastato leggere con attenzione ciò ch escrivo per endersene conto.
Penso ,poi, che se non si conosce il passato e non se ne ha memoria non si possa progettare il furuto.
Terzo il pragmatismo senza idee alle spalle e senza cultura rischia di essere perdente e fallimentare in partenza.Cpsì come le idee che non abbiano uno sbocco pratico non sono altro che utopia.
Personalmente,poi,( e chi mi conosce bene lo sa) ho cercato sempre di mettere in pratica ciò che avevo in mente ed ho cercato di farlo mettendo insieme le persone rispettandone idee e valori.
Pertanto respingo al mkittente le critiche e chiederei anche che si avesse il coraggio di firmarsi nel prendere posizione , questo per una tto di civiltà e coraggio.
Infine se chi risponde avesse letto ciò che scrivo avrebbe capito che ho imparato più dagli operai e dalle persone umili che da anni dis tudi e eltture. Cito un esempio per tutti: un vecchio socialista Lorenzo Bungaro che mi ha insegnato la storia e la vita vissuta del movimento operaio meglio di dieci docenti universitari e mi ha insegnato ad ascotare gli altri ed a parlare.
Comunque vi ringrazio dell'attenzione qualunque sia la vostra posizione
Salvatore Filotico

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